Sono quasi seimila le donne che in Basilicata hanno puntato sul settore agricolo abbattendo così barriere e pregiudizi e portando in campo un nuovo protagonismo tutto al femminile.
Una presenza, quella delle donne, che sta rivoluzionando in regione il lavoro nei campi.
Sono capaci di spaziare dall’allevamento alla coltivazione, dal florovivaismo all’agriturismo, dalla trasformazione dei prodotti alla vendita diretta.
Ma il vero motore delle nuove contadine sono anche le attività sociali come le fattorie didattiche e gli agriasilo, ma anche l’importante impegno per l’inserimento nel mondo del lavoro delle donne meno fortunate, vittime di violenze e soprusi.
Spiega Alba Giuditta Di Lucchio, responsabile della sezione lucana di Donne Coldiretti:
“Questa giornata internazionale della Donna, deve essere il simbolo di rinascita, di forza e di libertà con il preludio della primavera che ci permette di salutare i colori grigi dell’inverno come i pregiudizi imperanti della società nei confronti delle donne.
Il giallo è libertà, contro ogni buio è l’essenza di quella sensibilità che appartiene a noi donne, madri, compagne e lavoratrici, è il colore che noi Donne Coldiretti portiamo nel cuore e che dimostriamo ogni volta che ci mettiamo in campo.
L’obiettivo è quello di agevolare l’entrata in agricoltura delle donne, di fare conoscere l’agricoltura e renderla una realizzazione personale con l’indipendenza economica e una realizzazione professionale e di vita.
L’agricoltura deve essere un settore capace di offrire e creare opportunità occupazionali e di crescita professionale”.
Secondo l’indagine condotta da Donne Coldiretti le imprenditrici agricole sono giovani e con un’alta professionalità, tanto che una su quattro (25%) è laureata, peraltro sempre più spesso non in indirizzo agrario.
Molte donne scelgono, infatti, l’agricoltura dopo percorsi di studio o esperienze in settori molto diversi, anche per cambiare vita.
Non a caso quasi la metà delle domande di primo insediamento in agricoltura delle misure dedicate agli under 40 provengono da ragazze, secondo Coldiretti.
L’attenzione all’ambiente tra biologico e biodiversità.
Oltre il 50% delle donne in campagna svolge più di una attività connessa alla produzione primaria, soprattutto vendita diretta in azienda o nei mercati di Campagna Amica, agriturismo e trasformazione di prodotti agricoli.
Ben il 60% delle donne nelle loro aziende ha poi scelto di dedicare parte della produzione al biologico o al biodinamico e di operare per una filiera di qualità attenta alla sostenibilità, alla tutela della biodiversità e delle risorse naturali, del paesaggio e del benessere animale.
In particolare, poi, le donne creano legami forti con il territorio e sono un vero e proprio presidio per la sopravvivenza e la valorizzazione delle aree rurali.