Non molto incoraggiante il dato sul numero degli istituti tecnici Superiori in Italia e in Basilicata in particolare.
Con un appello fa sapere “Basilicata in Azione”:
“Nel panorama formativo italiano e lucano in particolare appare evidente la carenza degli istituti Tecnici Superiori.
Un dato su tutti, in Germania ogni anno ci sono circa 300.000 diplomati, in Italia poco più di diecimila.
Gli Istituti Tecnici Superiori, ricordiamo, sono dei percorsi post diploma di alta specializzazione tecnica frutto della collaborazione tra istituti tecnici o professionali, università, enti di ricerca, strutture formative accreditate, enti locali e imprese.
Essi formano figure professionali in grado di rispondere alla domanda proveniente dal mondo del lavoro.
Questo permette ai giovani di acquisire abilità professionali immediatamente spendibili per trovare occupazione.
Gli Istituti Tecnici Superiori riducono l’annoso problema del disallineamento tra domanda e offerta di figure e competenze professionali.
Di durata biennale, impegnano i partecipanti per 1800-2000 ore, suddivise tra teoria, pratica di laboratorio e tirocinio formativo in azienda.
Le peculiarità degli Istituti Tecnici Superiori, infatti, sono il corpo docenti, costituito per almeno il 50 per cento da tecnici e professionisti d’impresa, e la formazione duale, che alterna formazione teorica e pratica in azienda.
Anche nella nostra regione, sempre più spesso, molte aziende non riescono a reperire figure tecniche specializzate.
Azione Basilicata chiede al governo nazionale e all’amministrazione regionale, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali, di incrementare in maniera sostanziale la presenza degli Istituti Tecnici Superiori, utilizzando i soldi del Recovery fund.
I dati parlano chiaro:
l’80% dei ragazzi in possesso del Diploma di Tecnico Superiore trovano lavoro entro un anno.
Ad oggi in Basilicata vi è un solo Istituto Tecnico Superiore, troppo poco.
In una regione con un tasso di disoccupazione tra i più alti e un numero sempre maggiore di giovani costretti a fare le valige o peggio ancora che non studia e nemmeno cerca lavoro demotivato da una formazione poco professionalizzante, questo innovativo modello formativo potrebbe essere utilissimo.
Da un lato la presenza di FCA, con il più grande stabilimento Automotive d’Europa, dall’altro Eni e Total con gli impianti di estrazione petroliferi, ma anche la presenza di alcune aziende alimentari leader come Ferrero e Barilla potrebbero contribuire alla nascita di altri Istituti Tecnici Superiori nel campo della meccanica, dell’elettronica e dell’informatica.
Non solo, anche i settori agroalimentare e turistico potrebbero beneficiare della disponibilità di figure altamente specializzate“.