La Polizia di Stato in località Bernalda ha arrestato un uomo per maltrattamenti nei confronti della propria convivente, con le aggravanti di aver commesso il fatto per futili motivi – la gelosia – e alla presenza dei figli minori (cosiddetta violenza assistita).
L’attività investigativa è stata avviata lo scorso mese di giugno, dopo che la donna si è rivolta al Commissariato di P.S. di Pisticci perché stanca delle continue violenze e soprusi che il suo compagno commetteva da tre anni nei suoi confronti.
Le indagini hanno permesso la precisa e completa ricostruzione della vicenda.
L’uomo, un italiano poco più che quarantenne e già noto per precedenti in materia di stupefacenti e violenze domestiche, controllava in continuazione la compagna 28enne: pretendeva di visionare il suo telefonino per controllarne i contenuti e, se lei si rifiutava, glielo strappava con forza dalle mani, talvolta anche percuotendola con schiaffi e pugni; in alcuni casi poi lo gettava per terra danneggiandolo.
Pretendeva che uscisse soltanto con lui, giungendo fino a chiuderla a chiave in casa per impedirle di uscire. Per ragioni di gelosia era capace anche di minacciarla con armi da taglio e di colpirla con calci e pugni. Aveva minacciato lei e i suoi familiari anche di morte.
In più occasioni, non potendone più delle vessazioni psico-fisiche di cui era oggetto, la donna si era allontanata dall’abitazione familiare, facendovi ritorno qualche giorno dopo, lasciandosi convincere dalle promesse di cambiamento dell’uomo, puntualmente poi non mantenute.
In un’occasione, dopo averla minacciata, le aveva gettato addosso dell’acido procurandole bruciore e un eritema alle gambe.
In un’altra occasione, dopo averla colpita al volto con diversi pugni, le aveva stretto attorno al collo uno strofinaccio come per strangolarla e lasciandole addosso i segni.
L’ultimo episodio, quello che ha indotto la donna, spaventata, a chiedere aiuto e protezione alla Polizia, quando, accecato dalla gelosia, l’aveva minacciata con un coltello da cucina puntandoglielo al collo con l’avvertimento che quella sarebbe stata l’ultima sua sera.
La donna riusciva a divincolarsi e veniva raggiunta da un fendente di striscio alla spalla sinistra.
Dopo la denuncia, la donna è andata via ma lui ha continuato a cercarla e a minacciarla per indurla a tornare.
È stata perciò effettuata un’attività di prevenzione e vigilanza con diversi passaggi degli operatori davanti all’abitazione attuale della vittima.
A seguito dei riscontri probatori trasmessi dagli investigatori all’Autorità giudiziaria, il Gip presso il Tribunale di Matera, infine, ha disposto gli arresti domiciliari, che sono stati eseguiti in un luogo diverso e lontano da quello in cui vive la donna.
Il caso, conclusosi grazie al tempestivo intervento del personale della Polizia di Stato, unitamente al coraggio della vittima di denunciare porta all’attenzione il triste fenomeno della violenza in famiglia, che sempre più di frequente si ripropone anche nel materano e che spesso viene taciuta per paura o vergogna, ma le cui conseguenze possono essere devastanti per chi le subisce.