“Ci sono ormai tanti esempi di paesi della Basilicata che stanno perseguendo con successo progetti di rivitalizzazione dei borghi con azioni di riqualificazione urbana e produttiva.
Irsina, Aliano, Castelmezzano, Pietrapertosa, Grottole, Miglionico, Rotonda, San Severino Lucano, Castelsaraceno, Moliterno, San Costantino Albanese, Rapone, Colobraro solo per citarne alcuni dove i numeri delle presenze, della nascita di attività e della realizzazione di progetti di attrazione stanno segnando e capovolgendo le condizioni di abbandono.
Si tratta di azioni che stanno dentro a una visione di sviluppo che trova nelle comunità locali il punto di forza”.
E’ la riflessione proposta dall’assessore all’Ambiente, Energia e Territorio della Regione Basilicata, Cosimo Latronico in occasione dell’evento di presentazione del libro “I paesi invisibili. Manifesto sentimentale e politico per salvare i borghi d’Italia” di Anna Rizzo, promossa dall’Ordine degli Architetti di Potenza presso il Polo Bibliotecario di Potenza.
Al dibattito, moderato da Annalisa Percoco di Feem, hanno preso parte:
- Gerardo A. Leon, presidente dell’ Ordine degli Architetti di Potenza,
- Andrea Bernardo, presidente Anci Basilicata,
- l’autrice Anna Rizzo,
- Giovanni Padula, Direttore Generale Fondazione Matera Basilicata 2019,
- Gaetano Lofrano, presidente Arte Pollino.
L’evento ha animato un intenso dibattito su rischi e potenzialità latenti delle aree interne in Europa, in Italia e nella nostra regione.
Ha aggiunto Latronico:
“La presenza dei paesi e delle aree interne deve trasformarsi da problema in risorsa per lo sviluppo della regione, potenziando e rilanciando le azioni avviate nella vecchia programmazione (bando borghi) con altre misure nella nuova programmazione in via di definizione.
Con un tentativo di stimolare il protagonismo dei territori, dei gruppi di azione locali, degli operatori culturali e imprenditori locali e di potenziali investitori.
Borghi, paesi e paesaggio lucano devono rappresentare una strategia trasversale di sviluppo da mettere al centro dei diversi strumenti di pianificazione (fsc, fondi comunitari, po valdagri, aree interne, fondi di compensazione).
Una strategia che assuma un’azione di verifica dei bisogni primari, come quelli legati alla conoscenza e all’accesso alla cultura, per i singoli paesi, scegliendo modalità di riorganizzazione dei sistemi educativi che pongano al centro la qualità stessa del servizio, sino ad un piano di mobilità pubblico ( un nuovo piano dei trasporti ) che riconnetta i piccoli borghi ai principali nodi di logistici in modo flessibile ed efficace.
Il racconto dell’esperienza di rigenerazione dei Sassi di Matera, compiuto in questi giorni in occasione della celebrazione del trentennale del riconoscimento Unesco, rappresenta una sicura ispirazione per mettere in campo strategie puntuali e territoriali di rigenerazione dei borghi e dei paesi lucani”.