La lotta all’evasione, passa per “l’evasometro con anonimizzazione“.
Con il Decreto collegato alla manovra, questo strumento poco noto, finora usato solo in via sperimentale, potrebbe divenire la norma.
Ecco di che cosa si tratta.
Grazie all’intelligenza artificiale, un algoritmo sarebbe in grado di verificare le situazioni anomale e condurre all’evasore grazie all’incrocio di diversi i dati:
- redditi;
- pagamenti;
- consumi;
- fatture.
Il nodo cruciale, ovviamente, è la garanzia della privacy.
In realtà tutto resta nel completo anonimato: attraverso la raccolta dei dati, infatti, non vengono individuati nomi e cognomi.
Quando l’algoritmo segnala un’anomalia, per esempio, tra quanto si dichiara e quanto si possiede o si spende, solo a questo punto vengono segnalati i nomi e partono i controlli.
Una modalità che inizierà ora ad essere introdotta in maniera sistematica, ma i controlli dei conti correnti e i relativi problemi legati alla riservatezza non sono certo una novità.
Così il Garante della privacy, Antonello Soro, su “Italia Oggi” rispetto ai rischi sulla novità Nadef sulla tracciabilità dei pagamenti:
“In linea generale, vanno garantiti: la confidenzialità dei flussi informativi così attivati e la sicurezza dei canali a tal fine utilizzati; la proporzionalità dei trattamenti dei dati personali raccolti e gestiti (che non deve peraltro eccedere le capacità di calcolo dei sistemi informativi di cui dispone l’Agenzia, pena la collazione massiva di un coacervo di informazioni del tutto inutili), anche per impedire una profilazione massiva dei consumi, considerando che nella complessa filiera della gestione dei dati sono compresi, oltre all’amministrazione finanziaria, anche singoli operatori economici; l’esattezza e qualità dei dati utilizzati al fine di stilare il profilo di rischio di evasione individuale, indispensabili per fornire agli algoritmi parametri affidabili e idonei a individuare i soggetti su cui sia più utile concentrare i controlli”.