“Parte da molto lontano, la crisi della sanità lucana che solo oggi ha il suo prevedibile epilogo politico”.
E’ l’amaro sfogo del sindaco di Matera, Domenico Bennardi, dopo la serie di impegni mancati dalla politica regionale.
Esordisce Bennardi prima di tornare sui nodi cruciali:
“È partita da qualche giorno, l’indignazione a suon di comunicati stampa per l’imbarazzante questione relativa al direttore generale alla Sanità della Regione Basilicata, che alla fine si è dimesso.
Questioni di presunte molestie sessuali su cui ora bisogna fare luce, ma che rappresentano l’ennesimo picco negativo nel lungo trend in perdita della sanità lucana.
Sorprende, però, leggere solo ora attacchi e critiche verso un sistema sanitario regionale che non è certamente in crisi da Agosto, dopo che l’ennesimo cittadino lucano ha raccontato le proprie vicissitudini sulle liste d’attesa, o dopo la fine di un altro dirigente alla sanità in Basilicata.
Dove erano il senatore Rosa, il deputato Caiata, il commissario della Lega Basilicata, Pepe, quando per due anni le massime cariche cittadine di molti Comuni autorità sanitarie locali ed i sindaci della provincia di Matera hanno manifestato con i sindacati a Potenza, l’ultima volta sotto la pioggia?
Dov’erano quando siglavamo patti sulla sanità a cui nessuno ha mai risposto, quando abbiamo convocato consigli comunali e provinciali aperti sulla sanità, uno a Pisticci e uno a Matera, oltre a conferenze dei sindaci e grida d’allarme sulla stampa?
Nessuna risposta, nessuna reazione.
Eppure facevano e fanno parte della stessa coalizione di centrodestra che governa il Paese e la Regione.
La sanità per noi lucani è questione che richiede soluzioni definitive, a Potenza come a Roma.
Io accuso i nostri parlamentari ed ex assessori regionali, per non aver ascoltato il grido di allarme sollevato da molti sindaci e dall’Associazione nazionale Comuni italiani (Anci) Basilicata.
Sono mesi che parliamo di risolvere una volta per tutte il problema delle liste d’attesa ricevere dopo due anni (se va bene) una visita medica e un referto diagnostico, può equivalere a una condanna a morte se la malattia non viene subito diagnosticata e curata; ma, soprattutto, compromette quel rapporto di fiducia fondamentale tra sistema sanitario e cittadini, che costringe questi ultimi a cercare altrove chi possa prendersi cura della propria salute, o peggio ancora li induce a rinunciare del tutto all’assistenza sanitaria.
I cittadini lucani stanno rinunciando alle cure, all’assistenza e lo fanno per l’impossibilità di trasferirsi, per mancanza di fiducia, per rassegnazione.
La causa della fuga di pazienti dalla Basilicata è tutta qui.
Ed è vergognoso prenderne consapevolezza solo ora.
Da Roma arriva la notizia che il Governo ha ripartito le somme per il Fondo sanitario: alla Basilicata solo 14 milioni e non sono assolutamente sufficienti.
Abbiamo reparti e Unità che si stanno svuotando letteralmente, di pazienti e personale sanitario.
Non parlo solo di camici bianchi, servono subito infermieri, tecnici di laboratorio, assistenti sanitari, operatori socio-sanitari.
La carenza di personale medico e sanitario, è questione nazionale?
Bene, si concentrino i nostri parlamentari su scelte coraggiose ma risolutive come: aumentare la soglia dell’età pensionabile per i medici convenzionati; coinvolgere il più possibile gli universitari, consentendo l’immediata assunzione di giovani medici, anche specializzandi, che possano essere assunti già mentre concludono il loro percorso di specializzazione; eliminiamo il numero chiuso dalle facoltà di Medicina, perché la vera selezione si fa sul campo; ai bandi di concorso si presentano meno medici rispetto ai posti a concorso?
Allora rendiamo più attrattivi i nostri concorsi e le nostre strutture ospedaliere, anche da un punto di vista professionale.
Facciamo in modo che rimangano in regione per dieci anni, altrimenti assisteremo sempre a questo nomadismo e svuotamento dei reparti.
La sanità è una questione complessa e urgente si programmino subito tavoli tecnici e politici, noi sindaci siamo a disposizione, lo siamo sempre stati”.