“Le storie delle Nonne Chef – che rappresentano la ‘rivincita della semplicità’, un ritorno ai sapori identitari che seguono la stagionalità e abbracciano i territori – sono approdate al “tempio del bio”, al SANA (Salone internazionale del biologico e del naturale di Bologna)”.
All’interno del proprio spazio espositivo la Cia-Agricoltori:
“ha presentato il libro ‘Nonne Chef – quante storie per mangiare’ con l’autore Rudy Marranchelli che è il vice presidente nazionale AGIA-Cia.
Le Nonne Chef rappresentano la rivincita della semplicità, un ritorno ai sapori identitari che seguono la stagionalità e abbracciano i territori.
Mantengono vivo il dialetto, raccontano esperienze, si emozionano e fanno emozionare”.
Marranchelli dichiara:
“Abbiamo parlato anche di Basilicata, con particolare riferimento ai comuni di Rotondella (MT), dove nasce il progetto e Montalbano J. (MT), primo comune ad aprire una propria sezione Nonne Chef.
Peccato non averle avute in presenza, con i loro sorrisi rugosi e l’autenticità dei loro laboratori, per allietare gli ospiti del SANA e dello Stand CIA.
Con la Presidente Tiziana Fedele e il direttivo dell’associazione abbiamo preferito non rischiare con il Covid.
Bisogna sottolineare come la CIA con la proposta di format che alternava cooking e talk show, le soluzioni logistiche e le procedure innovative, sotto la direzione di Laura Brida, si è dimostrata la vera protagonista dell’evento di Bologna, uno spazio di 400 mq vetrina dell’organizzazione e delle aziende che ha consolidato la reputazione dell’organizzazione sulle tematiche ambientali oggi al centro della discussione europea.
Orgoglioso che le Nonne, attraverso il libro, hanno contribuito in questo percorso.
Biologico è tradizione, innovazione, sostenibilità, come la cucina delle Nonne Chef dal campo alla tavola, condivisa e raccontata sullo smartphone”.
Il presidente, Tiziana Fedele, sottolinea come:
“con grande gioia e spirito di resilienza le nonne chef, seppur virtualmente, sono state ancora una volta protagoniste di un grande evento nazionale!
I lunghi mesi del lockdown e l’attuale emergenza covid-19 presente sul territorio nazionale ed internazionale ha imposto per tutti noi una maggiore tutela nel partecipare fisicamente alla Fiera del biologico Sana Restart di Bologna.
Ed è proprio in questo momento così critico che le nonne chef sono state chiamate a nuovi metodi di promozione.
La partecipazione avvenuta con la presentazione del libro ‘Nonne chef – quante storie per mangiare’, infatti, è stata arricchita da contenuti multimediali e dal racconto delle ambasciatrici per eccellenza del patrimonio immateriale e della tradizione lucana realizzata nello stand CIA.
Questo evento sancisce con forza la ripartenza delle Nonne chef verso un percorso che guarda al futuro con positività, condivisione ed innovazione e ci spinge a continuare in questa direzione con l’obiettivo far nascere nuove sezioni nella Basilicata, come quella di Montalbano Jonico, e anche in altre regioni di Italia”.
Secondo il Presidente Nazionale della CIA Agricoltori Italiani, Dino Scanavino, che ha curato la prefazione del libro:
“il trinomio nonni, cibi tipici, e agricoltura costituiscono un tesoro da custodire e valorizzare non solo nell’ambito del rapporto agricoltura-alimentazione ma anche verso il rilancio competitivo e sociale delle campagne italiane.
Ciò è particolarmente vero per un territorio come quello lucano, dove le tradizioni legate all’agricoltura, la riscoperta delle ricette culinarie di un tempo e la valorizzazione degli antichi mestieri, sono elementi di forza su cui scommettere e investire”.
Come precisa la Cia-Agricoltori:
“Un’operazione che ha più obiettivi:
- salvaguardare il patrimonio storico culturale rappresentato dalla ‘memoria’ delle nonne favorendo il confronto tra passato e presente;
- Rafforzare il coinvolgimento, favorendo nel contempo l’integrazione intergenerazionale;
- Individuare i prodotti alimentari e le modalità di produzione legati a un territorio, promuovendone l’assunzione a ruolo di beni comuni;
- valorizzare la tradizione e la storicità di prodotti legati alla cultura locale; utilizzare strumenti innovativi per conservare la memoria e renderla facilmente accessibile al più ampio pubblico;
- Favorire forme di turismo esperienziale, dove il visitatore diventa cittadino temporaneo;
- Realizzare percorsi, laboratori, corsi ed eventi capaci di ridare centralità al cibo e alla tavola momento di unione e condivisione”.