Ieri pomeriggio l’europarlamentare del Sud e della Basilicata Chiara Gemma è stata ricevuta dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
L’incontro è stato dedicato al tema della disabilità e ad una serie di istanze che riguardano chi si trova in questa condizione.
Da sempre in prima linea nelle battaglie a tutela delle persone con disabilità l’on. Gemma è molto impegnata su queste tematiche ed è la prima eurodeputata della legislatura in corso che sta accogliendo nel suo ufficio di Bruxelles una stagista con disabilità.
Durante l’incontro, al quale era presente anche Sabrina, la ragazza con disabilità fisica e motoria che sta facendo il tirocinio nell’ufficio dell’eurodeputata, sono state presentate alla presidente Metsola le problematicità e gli ostacoli che Sabrina, e altri stagisti prima di lei, hanno riscontrato all’interno del Parlamento europeo, oltre che nella città di Bruxelles.
Spiega Gemma:
“Ho chiesto di essere ricevuta dalla presidente Metsola perché ho riscontrato che durante il suo mandato ha dimostrato da subito di avere una forte sensibilità verso queste problematiche.
Grazie al suo intervento già molti aspetti in merito sono cambiati ma gli adeguamenti spesso non sono stati realizzati con gli occhi di chi vive la disabilità.
Ciò che ho appreso dai miei ragazzi sono state le innumerevoli difficoltà riscontrate durante il percorso per arrivare fino a Bruxelles come, ad esempio, la necessità di avere in modo permanente un accompagnatore che possa aiutarli nelle indispensabili e non opzionabili azioni quotidiane.
Alla presidente ho fatto delle richieste ben precise come modificare il regolamento per permettere, a costo zero, di aumentare ulteriormente l’importo riconosciuto al tirocinante portatore di disabilità, affinché lo stesso possa far fronte ai costi di vitto e alloggio propri e del proprio accompagnatore, esplorando inoltre la possibilità di convenzionare con il Parlamento europeo strutture che abbiano camere o alloggi realmente accessibili a prezzi calmierati.
Attualmente, infatti, in virtù degli elevati costi da sostenere, risulta impossibile per persone con disabilità potersi permettere uno stage al Parlamento europeo, generando quindi una grande discriminazione a svantaggio di questa categoria di persone.
In questi anni ho fatto tesoro delle esperienze di tutti i tirocinanti con disabilità.
Se vogliamo che le nostre città siano davvero inclusive e che il Parlamento sia un luogo di accessibilità reale e non solo teorica dobbiamo essere i primi a dare l’esempio.
La via è stata tracciata, ora dobbiamo solo seguirla”.