Il 2024 vedrà l’addio definitivo al Superbonus come lo conoscevamo.
Nella manovra infatti, come fa sapere skytg24, è previsto lo stop da gennaio 2024 dei due meccanismi di utilizzo delle agevolazioni fiscali.
Si torna alla detrazione in dieci anni per blindare la contabilizzazione per cassa.
Lo scopo della nuova direzione intrapresa è quello di completare la normalizzazione del Superbonus per riportare gli sconti fiscali dell’edilizia nei binari tradizionali seguiti per molti anni dai vecchi sconti del 50 e del 65%.
Va in questo senso anche la conferma strutturale della possibilità di usare le detrazioni in 10 anni, altra misura in arrivo con la manovra.
L’intento è contenere il tratto regressivo dell’agevolazione, permettendone l’utilizzo anche a chi, non dichiarando redditi alti, spesso non ha capienza fiscale per assorbire lo sconto in quattro anni.
Quello dei crediti etichettati come “non payable” è un criterio che, se non verrà rimesso in discussione, potrebbe facilitare parecchio la gestione del bilancio pubblico, allineando gli effetti dei bonus sul deficit e sul debito e fermando la girandola degli impatti sul disavanzo che è impazzita nell’ultimo anno e che complica ogni ipotesi di proroga anche per le scadenze sui lavori in corso nei condomini.
Su questi punti la pressione politica rimane alta.
I costruttori sono riusciti a spuntare qualche generica apertura nell’incontro a Palazzo Chigi con il Governo del 13 ottobre, ma rimane elevato il timore di aprire nei conti pubblici nuovi strappi difficili da quantificare in via preventiva.
Il capitolo sugli sconti fiscali all’edilizia rimane comunque aperto anche dopo la nuova stretta in manovra.
Potrebbe infatti trovare spazio nei testi iniziali oppure arrivare con maxiemendamento al termine dell’esame parlamentare per cercare di contenere un dibattito che si annuncia acceso.
In gioco c’è l’esigenza di continuare con gli incentivi al rinnovamento e all’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare, magari con strumenti più efficaci nel rapporto fra costi e benefici rispetto al Superbonus. Quest’ultimo, nonostante i quasi 100 miliardi di costo registrato finora, ha interessato poco più del 3% degli immobili italiani.
Per trovare altro “respiro” finanziario il Governo ha introdotto il tema nella proposta di Repower Eu, l’integrazione da 19,2 miliardi del Pnrr inviata dall’Italia a Bruxelles il 7 agosto.
L’idea è di destinare 4 miliardi, divisi a metà fra 2024 e 2025, al cosiddetto “Ecobonus sociale”, chiamato così perché ”indirizza il sostegno esclusivamente alle categorie di persone a basso reddito” come si legge nel documento italiano contenente la proposta alla Commissione.
L’esame comunitario è ancora in corso ma a quanto risulta i tecnici dell’Esecutivo Ue hanno indirizzato più di un’obiezione all’idea di finanziare con questo programma un altro giro di crediti d’imposta all’edilizia, anche se riservati alle famiglie meno fortunate sul piano economico.