Ieri, il Teatro Duni di Matera ha ospitato il discorso di Matteo Renzi in occasione delle prossine elezioni.
In prima fila nel teatro:
- i candidati;
- il Presidente della Giunta regionale Marcello Pittella;
- esponenti del Pd lucano ai vari livelli istituzionali e politici.
Diversi sono stati i punti trattati dal candidato e altrettanti i riferimenti, anche ironici, ai suoi avversari nella corsa al governo e alla loro campagna elettorale.
Renzi inizia il suo discorso con un elenco degli impegni portati a termine dal Pd e, a detta sua, anche ben riusciti.
Citando anche l’Expo 2015, per esempio, si ricollega a Matera 2019, affermando:
“Ottenuto il risultato dell’Expo, dovendo guardare avanti abbiamo scelto Matera 2019, perché Matera 2019 sarà, per la vostra regione e, più in generale, per l’Italia, esattamente ciò che è stato Milano che, ancora oggi, gode del successo dell’Expo e sono certo che la Capitale della Cultura non si esaurirà nei tanti progetti, molto belli, che sono stati pensati, e neanche nelle infrastrutture.
Se Matera 2019 sarà esempio di dinamismo e brillantezza, i suoi effetti dureranno a lungo”.
Renzi prosegue e sottolinea i risultati ottenuti dalla sua forza politica grazie alle riforme effettuate:
“Qual è la situazione ad oggi, quattro anni dopo?
La disoccupazione giovanile è passata dal 44% al 32%, quella generale dal 13% all’11%; i posti di lavoro sono cresciuti da 22 a 23 milioni, molti dei quali saltuari, precari, lavoretti.
Si, 500.000 a tempo determinato e 50.000 a tempo indeterminato, quindi vuol dire che ancora non basta.
C’è ancora una netta distinzione tra Nord e Sud.
Al Nord le imprese venete non riescono a trovare operai specializzati, al Sud i giovani scappano per cercare lavoro.
Però guardiamo la realtà.
Se siamo passati da 22 a 23 milioni, significa che qualcosa si è messo in moto.
Finalmente si è potuti intervenire sulla vita concreta delle persone, e sapete grazie a quale strumento? Grazie alla flessibilità.
Lo vorrei dire qua in Basilicata, qua a Matera, anche per dare atto a Gianni Pittella del lavoro straordinario che ha svolto come Capogruppo dei Socialisti Europei”.
Prosegue:
“La flessibilità ci ha portato ad abbassare le tasse.
Oggi, finalmente, l’Italia si è rimessa in moto”.
Non mancato i riferimenti al tema dell’immigrazione e della sicurezza e quelli alle strumentalizzazioni politiche dei terribili fatti di cronaca che hanno colpito il nostro stivale.
Dice Renzi a riguardo:
“Che sia un nigeriano o un milanese, a me non interessa.
Ame non interessa il colore della pelle del Killer, a me interessa che stia in carcere fino all’ultimo giorno e paghi per ciò che ha fatto, per il dramma che ha prodotto, e che ci sia la certezza della pena, senza scorciatoie”.
Ancora sul tema immigrazione, aggiunge:
“O l’Europa si prende carico di gestire insieme a noi la questione immigrazione, o noi non diamo ai paesi europei che non accolgono i migranti il contributo che deriva dalla nostra appartenenza all’Europa”.
E su rimborsopoli? Renzi espone la sua idea attraverso un video del celebre discorso di Totò nel film “Gli onorevoli”, nel quale il Principe De Curtis parla di onestà e beneficienza ai più bisognosi, cioè quelli della sua famiglia.
La conclusione di Matteo Renzi contiene uno sprone a guardare avanti e, ovviamente, a votare per i cento punti contenuti nel programma del Pd, senza dimenticare un elogio a Matera e alla suo riverbero di bellezza che investe non solo la Basilicata, ma l’Italia intera.