Ieri, nel corso della cerimonia di apertura di Matera Capitale europea della Cultura 2019, la vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi, ha dichiarato:
“Signor Presidente del Consiglio dei Ministri, signori Ministri, signori Commissari Europei, signori parlamentari, signori Consiglieri Regionali, signori Sindaci, Autorità tutte, illustri ospiti, cittadine e cittadini della Basilicata.
È per me un onore portare il saluto della Regione Basilicata in un contesto europeo che proietta la Città di Matera e la Regione tutta all’attenzione del mondo, con la consapevolezza di vivere un momento storico, che mi rende orgogliosa di rappresentare sul piano istituzionale questa comunità.
Giunta, cinque anni fa, in questa terra che ho imparato ad amare profondamente, grazie al Presidente Marcello Pittella che mi volle al suo fianco, sento di dover esprimere un grande ringraziamento anche a nome di tutto il governo regionale, che oggi rappresento, alle donne e agli uomini delle istituzioni della nostra regione, a partire dai Sindaci e dai Presidenti delle Province di Potenza e Matera, senza dimenticare l’Università della Basilicata, che tanto si è spesa per questo grande evento, il mondo della cultura, le associazioni, i corpi intermedi rappresentati da sindacati e imprenditori, ed infine le forze dell’Ordine la cui opera è essenziale per garantire la sicurezza dei cittadini e del territorio.
E’ grazie all’impegno corale, costruttivo ed unitario della comunità di Basilicata se oggi la Capitale europea della Cultura si apre ufficialmente al mondo per mostrare le sue bellezze paesaggistiche, archeologiche e architettoniche, i suoi attrattori culturali, il calore umano dell’ospitalità, l’identità di un popolo laborioso e resiliente forgiata da una cultura rurale che ha saputo adattarsi ai tempi, proiettandosi in un orizzonte di opportunità, in un futuro aperto che guarda con convinzione oltre il 2019.
Dove, in questi tempi di individualità dirompente, la comunità ha un ruolo prominente, come è sempre stato nella storia di Matera, basta pensare al laboratorio multidisciplinare nato con Adriano Olivetti nei primi anni 50 del secolo scorso.
Dove le più alte professionalità si sono unite a restituire dignità e cittadinanza alle persone che dovevano transitare da una cultura rurale a quella del 20 secolo.
Affacciandosi in alcuni degli angoli suggestivi dei Sassi, si capisce che la fusione tra città e natura è insieme causa e risultato del senso di comunità.
la vicepresidente della giunta regionale, Flavia Franconi,: passare da capitale del mondo contadino a capitale della cultura europea.
Come hanno scritto autorevoli esponenti del mondo della cultura, ivi incluso Pasolini quando scelse di girare in questa città le scene conclusive del Vangelo secondo Matteo, Matera si è dimostrata una città adatta ai miracoli.
Settant’anni fa, esattamente nel 1948, Matera era stata definita la vergogna d’Italia da un indignato segretario del partito comunista italiano Palmiro Togliatti, venuto in Basilicata per toccare con mano quella che allora era una realtà di forte degrado.
Oggi, anche grazie agli interventi che portano la firma dell’allora presidente del consiglio Alcide De Gasperi e del nostro Emilio Colombo, è il simbolo di una rinascita sociale che rende plasticamente evidente agli occhi del mondo quanto sia importante credere nelle scelte ambiziose, esaltando il valore dell’impegno, della serietà e della consapevolezza di potercela fare. Come sostiene anche il mai dimenticato Martin Luther King con il suo “I have a dream”.
I concetti di comunità, dignità e cittadinanza caratterizzano il dossier che ha permesso di arrivare a questo giorno unendo tutti i Comuni della regione con la Città dei Sassi per conseguire una vittoria collettiva, emblematicamente rappresentata dall’abbraccio festoso della piazza al momento del tanto atteso annuncio da parte dell’allora ministro Franceschini.
Aver investito in modo convinto sul dossier di candidatura messo a punto dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 con risorse ben definite, si è rivelata una scelta strategicamente vincente.
Una scelta voluta dalla classe dirigente regionale che ha puntato sul rilancio della città dei Sassi, a prescindere dal raggiungimento del risultato che poi si sarebbe conseguito a livello europeo.
Con i Sassi Matera, patrimonio UNESCO dal 1993, in poco più di cinquant’anni ha totalmente modificato il suo destino da simbolo dell’arretratezza del Mezzogiorno d’Italia a spazio urbano di spinte creative e culturali, diventando luogo di incontro di intellettuali e scienziati, ma soprattutto simbolo di riscatto di tutto il Sud.
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che questa sera sarà a Matera e che io ringrazio a nome di tutti i lucani per aver voluto dare lustro, con la propria presenza a questo evento, parlando proprio in questa città nel luglio del 2017, disse di essere rimasto affascinato dalla sintesi tra natura e abitanti che rende Matera unica.
Va riconosciuta ed apprezzata la forza di un’idea iniziale contenuta nella candidatura di Matera, che ha guidato con saggezza le scelte successive, consegnando credibilità alle proposte messe in campo, che ci hanno poi consentito di centrare l’obiettivo.
I luoghi meravigliosi, ma anche e soprattutto le persone, le scelte, i progetti realizzati, a partire da Open Future, stanno capovolgendo vecchi paradigmi, configurando l’idea di una Basilicata produttiva e più complessivamente di un Sud che non chiede, ma produce e offre, che non si isola, ma si apre al mondo, offrendo servizi indispensabili per valutare lo stato di salute del pianeta terra, come quotidianamente fanno, con professionalità e impegno, i tecnici del centro di Geodesia Spaziale dell’Asi situato a pochi chilometri da questo splendido scenario, Cava del Sole, in cui oggi ci troviamo.
Sapendo quanto la cultura sia promotrice di sviluppo, oggi possiamo guardare al futuro con maggiore fiducia, per dare risposte a quei giovani desiderosi di essere protagonisti qui in Basilicata, in Italia e in Europa.
Cogliendo l’emozione dell’intera comunità lucana di volersi mettere in gioco, unendo cittadini e istituzioni, rendendo concreto il traguardo di coinvolgere l’intera Basilicata nel progetto Matera 2019, creando reali occasioni di confronto e di studio.
Matera, in questa fase storica, è chiamata a dare voce alla Basilicata e all’intero Mezzogiorno, per contribuire al progresso del Paese.
Ed è con profonda commozione che, a nome del governo regionale, auguro a tutti i cittadini materani, lucani e a quanti, provenienti da tutto il mondo, visiteranno la città di Matera e mi auguro tutta la Basilicata, un 2019 ispirato alla cultura della solidarietà, della condivisione e dell’accoglienza.
Tutti valori che hanno guidato i padri fondatori della repubblica italiana e dell’Europa.
Valori che non dobbiamo mai perdere di vista per poterli trasmettere alle future generazioni.
Matera, con la Basilicata e l’Italia, diventa, a partire da oggi, la portabandiera della cultura europea: un evento epocale che ci rende felici, ma ci carica di grandi responsabilità.
È una sfida che sapremo accogliere e vincere e che, ne sono certa, ci renderà più forti e uniti. Grazie e auguri a tutti di buon lavoro. Viva Matera, Viva la Basilicata”.