E’ stato un fine settimana intenso per “Future Digs”, il cartellone “didattico” di Matera 2019.
In una nota dell’ufficio stampa della Fondazione Matera-Basilicata 2019 di legge:
“Tre lezioni, tra la sera di Giovedì e la mattina di Sabato, giocate spesso nel segno dello spiazzamento.
Ai meeting di cinema e di storia si è infatti accompagnato un fuori programma sorprendente: una conferenza dell’astrofisica Ersilia Vaudo Scarpetta sull’esperienza dell’ignoto.
Un’anteprima di “Biennale democrazia”, il grande evento in calendario a fine mese a Torino, che, giunto al decimo anno, ha deciso di diffondersi sul territorio, organizzando eventi anche a Roma, a Milano e a Genova.
A partire dalla Capitale europea della Cultura 2019, con una carrellata su 50 anni di conquiste scientifiche, dalla prima immagine della Terra vista dalla Luna ai progetti per colonizzare e abitare il nostro satellite, Ersilia Vaudo Scarpetta ha spiegato che ‘siamo piccoli e fragili in un universo che però siamo in grado di esplorare.
Tutte queste scoperte e progetti che l’uomo mai avrebbe potuto immaginare mettono in discussione ciò che conosciamo in base all’esperienza.
Ci spingono così a superare la nostra zona di conforto per provare a credere nell’impossibile e respirare l’infinito’.
Future Digs è un programma impegnativo: scavare nel passato per confrontarsi sul futuro.
E sicuramente spiazzante, in questo scenario, poteva apparire la scelta, per parlare del cinema di oggi, di Ermanno Olmi, un regista che ha segnato il punto più alto della sua ricerca rappresentando l’immobilità della civiltà contadina.
Ma della sua poetica reazionaria e delle tempeste ideologiche che ha dovuto affrontare si è parlato poco e niente.
Tatti Sanguineti, Antonio Andrisani e Francesco Liotard, il fonico e montatore del suono di tutte le ultime opere del Maestro bergamasco, hanno invece raccontato la straordinaria avventura di un giovane impiegato di origini contadine che, per superare la noia del lavoro che si era trovato (all’Edison, grande compagnia elettrica pre-nazionalizzazione) si inventa documentarista e in otto anni di lavoro impara tutti i mestieri essenziali del cinema.
Così, in un’epoca in cui non solo a Hollywood ma anche a Cinecittà, la divisione del lavoro era arrivata a forme molto alte di parcellizzazione, il suo talento artigiano rappresenterà un unicum irripetibile.
E se la dura prova della malattia lo costringerà infine a posare la macchina a spalla e affidarsi agli operatori, la sua sapienza tecnica gli permetterà di reggere da solo una scuola di cinema che ha prodotto grandi frutti.
Un tiro al bersaglio sul senso comune e sulle idee ricevute a proposito dello scontro di civiltà tra Cristianità e Islam è stata invece la lezione davvero magistrale di Franco Cardini.
Il grande storico medievale ha cominciato spiegando che le Crociate non sono mai state guerra di religione (lo erano, invece, lo sterminio degli ugonotti e la guerra dei 30 anni) e ha finito segnalando che i santuari del terrorismo islamico sono proprio i nostri alleati: perché ‘la setta wahabita che lo fomenta governa le potenze petrolifere tradizionalmente amiche dell’Occidente’.
In mezzo un fuoco di artificio di storie, riflessioni, analisi semiologiche per smantellare il nostro immaginario (“il feroce Saladino era un leader lungimirante e generoso, il leggendario Riccardo cuor-di-leone era una carogna e un infame”) e insegnarci ad applicare la relatività (che è cosa ben più seria e potente del relativismo).
In sala una nutrita delegazione dell’ITC Gasparrini di Melfi.
L’istituto che è stato il primo a sperimentare una particolare operazione di curvatura della dimensione temporale: comprimere in quattro anni il programma e l’orario del tradizionale corso quinquennale.
Riuscendoci benissimo”.