Così Pasquale Doria (Associazione amici della Biblioteca “Tommaso Stigliani”):
“Non c’è più tempo.
Il rischio di subire un ulteriore depotenziamento è reale e mortificante al contempo.
Occorre muoversi senza indugi e dare vita a una Fondazione capace di scongiurare il declino che nessuno vuole di uno scrigno di conoscenza, crescita, e condivisione come la Biblioteca provinciale ‘Tommaso Stigliani’.
Luogo di inclusione e coesione che può svolgere utilmente la sua parte nel contribuire ad alleviare la sofferenza sociale in tempi incerti e malinconici.
Tempi che volgono alla fine di un altro anno all’insegna dell’emergenza, rimarcando una crisi che rischia nuovamente di paralizzare l’attività di un’istituzione deputata ad attivare energie positive e in grado di riverberarsi su tutta la comunità provinciale.
L’ipotesi della nazionalizzazione sembra ormai tramontata.
La nostra Biblioteca figurava tra le 18 istituzioni considerate degne di essere salvaguardate per storia, qualità e quantità di un patrimonio di eccellenza a livello meridionale.
Un discorso partito sette anni fa e chiuso già l’anno dopo, nel 2016, con l’esperimento avviato in Molise, dove il tentativo di tutela si è trasformato nel suo contrario, la cessazione di ogni attività.
Dopo questo tragico naufragio in porto, non è stato possibile andare oltre e neppure sono mancate ulteriori proposte, purtroppo, rivelatesi deboli alternative, ferme a livello di enunciazione anche nel contesto del dibattito locale, vie d’uscita senza esito al momento.
Bisogna infatti rimarcare, in questa infelice vicenda, un convitato di pietra: la Regione, che non decide nonostante le competenze specifiche in materia, a livello amministrativo e legislativo.
Un’azione risolutiva non sarebbe risultata vana per la Biblioteca provinciale, se solo si fosse fatto leva su un quadro di riferimento normativo che era già funzionale prima della cosiddetta riforma Delrio, un’incompiuta che mortifica il protagonismo dei territori e, nel caso specifico quello intermedio e strategico dell’ente locale Provincia.
Non è un inutile esercizio di critica, non si punta il dito a vuoto, men che meno s’intende alimentare sterili polemiche campanilistiche, ma si sottolinea un ruolo decisivo dal punto di vista dei finanziamenti, dell’assetto giuridico e della gestione del personale.
Insomma, si tratta di tornare a riconsiderare funzioni e competenze regionali, e non solo.
In che modo?
Tergiversare ancora non è possibile, è piuttosto il momento di decidere di dare finalmente corso legale e operativo a una Fondazione per la gestione della Biblioteca.
Tre dovranno essere i soci fondatori: Regione, Provincia e Comune, capaci insieme di promuovere una visione proiettata oltre un polo unico lucano e di dare gambe a un’azione che superi concretamente una gestione non più adeguata ai tempi e ai cambiamenti in atto, in definitiva, di superare una gestione angusta perennemente in affanno.
Ai tre soggetti fondatori va assegnato il compito di guardare al futuro delle biblioteche mettendosi all’ascolto dei cittadini, magari iniziando a superare le ristrettezze di una dotazione economica insufficiente, che non consente di accrescere il patrimonio librario, fino a sciogliere il nodo cruciale dell’assunzione di personale.
Da cinque lunghi anni è andato in pensione l’ultimo bibliotecario e, nei prossimi giorni, va via anche l’ultimo aiuto bibliotecario.
Senza soldati è impossibile qualsiasi guerra e permangono funzioni che non competono al personale amministrativo attualmente in servizio.ù
Non potrà certamente sostituirsi lì dove occorrono competenze biblioteconomiche specialistiche e, buona volontà a parte, non serve neppure reclutare personale destinato a svolgere mansioni di routine, come aprire e chiudere le porte.
Ecco elencate in estrema sintesi alcune buone ragioni per puntare a una Fondazione, perché è una soluzione che si configura come realtà non frenata dall’intreccio di vincoli insiti nell’agire proprio degli enti territoriali.
Di contro, potendo contare su una propria personalità giuridica, una Fondazione potrebbe sviluppare e governare pratiche virtuose e sicuramente più snelle dal punto di vista amministrativo, in grado di risolvere le problematiche che attanagliano la quotidianità della Biblioteca Stigliani, ma a un patto: Regione, Provincia e Comune dovranno impegnarsi a inserire nei prossimi bilanci le risorse utili a dare anima e operatività alla Fondazione che si dovrà costituire.
Non è solamente una proposta.
Al momento, unire le forze per conseguire lo stesso nobile obiettivo, sembra l’unica opportunità concreta finalizzata a interrompere la lenta agonia e il pericolo di mancata fruizione di un patrimonio straordinario che appartiene a tutti i cittadini della provincia di Matera”.