Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, a nome di tutta l’Amministrazione comunale rinnova l’appello al rispetto delle regole nella raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani, segno di civiltà e tutela dell’ambiente.
Una sensibilizzazione necessaria, anche in seguito ai controlli che la Polizia locale sta effettuando in città, e alla luce delle recenti novità normative che classificano l’abbandono dei rifiuti tra i cosiddetti reati contravvenzionali.
Lo prevede il decreto del 10 agosto 2023 (numero 105 “Decreto Giustizia”), convertito nella legge numero 137 del 9 ottobre scorso, già in vigore.
In particolare, il comma 1 dell’articolo 6-ter della 137, modifica il comma 1 dell’articolo 255 (rubricato in “abbandono di rifiuti”), e prevede appunto la trasformazione dell’abbandono dei rifiuti da illecito amministrativo a reato contravvenzionale.
Quindi, la precedente sanzione amministrativa da 300 a 3.000 euro, viene trasformata nella pena dell’ammenda da 1.000 a 10.000 euro.
Il triplo di quella precedente, che aumenta ulteriormente al doppio, se l’abbandono riguarda rifiuti pericolosi.
Parallelamente, sono stati modificati anche alcuni articoli del Codice penale, come il 240-bis, che prevede la “confisca in casi particolari” del denaro o dei beni di cui il condannato non possa giustificare la provenienza, e di cui abbia la disponibilità in valore sproporzionato rispetto al proprio reddito.
L’inquinamento ambientale (art. 452-bis c.p.) si aggiunge ai reati che consentono tale confisca, oltre a morte o lesioni come conseguenza del delitto di inquinamento ambientale (art. 452-ter c.p.); il traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività e le attività organizzate per il traffico illecito dei rifiuti.
Poi c’è un reato che interessa direttamente anche il territorio comunale di Matera, perché l’articolo 452-bis, comma 2 prevede che: «Quando l’inquinamento è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico (come la Murgia materana ndr), ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata da un terzo alla metà.
Nel caso in cui l’inquinamento causi deterioramento, compromissione o distruzione di un habitat all’interno di un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, la pena è aumentata da un terzo a due terzi».
Quindi, l’articolo 452-quater, comma 2 prevede che: “Quando il disastro è prodotto in un’area naturale protetta o sottoposta a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico o archeologico, ovvero in danno di specie animali o vegetali protette, la pena è aumentata da un terzo alla metà”.
Rimarca il sindaco Bennardi:
“Sono tutte ragioni che ci inducono a rinnovare l’appello al rispetto delle regole innanzitutto per tutelare l’ambiente ed accrescere la quota di rifiuto correttamente differenziato, poi per evitare spiacevoli sanzioni, oggi decisamente più pesanti”.