“Sull’Archivio di Stato di Matera pende ormai da tempo una spada di Damocle: l’esilio del più importante scrigno della memoria cittadina”.
È quanto afferma il Movimento Politico Matera Civica che aggiunge:
“Con la discussione del nuovo regolamento urbanistico si è giunti alla determinazione di chiudere la ormai storica sede di via Tommaso Stigliani.
Prima c’era un cinema, con l’arrivo dell’Archivio il cambio di destinazione d’uso non è stato così drastico come quello che potrebbe avvenire con il trasferimento in via Montescaglioso, nella ex sede del Provveditorato agli Studi.
Se qualcuno pensa che la vicenda riguardi solamente un manipolo di studiosi, e sicuramente ci sarà, la cosa potrebbe tranquillamente chiudersi con un’alzata di spalle, per non dire altro.
Ma in Archivio cercano documenti originali tante altre figure professionali, magari per consultare quei documenti amministrativi utili a definire date, trovare mappe, confini, provvedimenti prefettizi, procedure di compravendita, progetti originali e molto altro ancora.
Il servizio pubblico che svolge non è solo a favore degli studiosi, ma di sostegno alla redazione di atti notarili che definiscono i confini delle proprietà, così per tutti quei tecnici, ingegneri, architetti, agronomi, geologi, geometri e tanti altri, costretti a consultare gli atti del Genio civile ora custoditi in via Stigliani.
Prima di riqualificare o restaurare un appartamento, occorre acquisire gli elaborati progettuali per non commettere errori fatali.
Non è tutto. Al trasferimento coatto si aggiunge la penuria di personale.
Ma la Direzione e il Segretariato generale degli archivi facente capo al Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo (Mibact) che fine hanno fatto?
Una voce autorevole proveniente dal «centro» chiarirebbe molte cose che, invece, allo stato attuale prefigurano una possibile paralisi delle attività dell’Archivio.
Si disse pubblicamente di trasferire questo inestimabile patrimonio documentale nella sede della ex facoltà universitaria di via Lazazzera.
Poi, la vecchia amministrazione mutò repentinamente idea. Ma bisogna dire la verità, fin dall’inizio del dibattito su questo tema si pensò alla sede dell’ex Convento di San Rocco, a meno di centro metri dalla sede dell’Archivio.
Come movimento politico Matera Civica, riteniamo che sia questa la sede più ideona per l’Archivio e per altre iniziative culturali della città.
Il previsto Hub Tecnologico non è decollato e l’intero ex convento è praticamente vuoto. C’è chi pensa anche di allocare qui, in attesa di altri tempi, la Casa delle tecnologie, la cui realizzazione è prevista in un’area verde della città.
Ma per queste attività non è forse più indicata l’ampia sede recuperata alla furia dei vandali per già due volte in via 1 maggio, nella zona produttiva della città?
Una sede idonea nel posto giusto in quella che avrebbe dovuto essere fucina di un Centro di formazione e invece è spettralmente abbandonata a se stessa, con uno spreco di spazi, volumi e risorse davvero incomprensibile.
Perché rassegnarsi e privarsi dell’archivio di Stato nel cuore della città?
Ricordiamo che è in funzione dal 18 marzo 1955, conserva un patrimonio di circa centomila ‘pezzi archivistici‘, tra buste, volumi, registri, pergamene, mappe e documenti singoli, distribuiti in 18 chilometri di scaffali e, come già anticipato, è quotidianamente frequentato da numerosi tecnici, studiosi e studenti.
Tra gli esponenti di Matera Civica che si sono occupati di questo argomento c’è anche il consigliere comunale Pasquale Doria che, in un pubblico dibattito sui social media, avvenuto in tempi non sospetti, il 9 maggio del 2018, raccolse una dichiarazione del futuro sindaco di Matera, Domenico Bennardi, in veste di presidente dell’Associazione Muv.
Ecco come si espresse allora: ‘Archivio di Stato e Biblioteca T. Stigliani sono i contenitori culturali della nostra identità, sono le prime cose che una capitale europea della cultura dovrebbe salvaguardare, custodire, valorizzare e su cui investire.
Prima ancora di crearne nuovi, questi possono essere i nostri attrattori culturali fondamentali.
Con l’Associazione Muv Matera abbiamo realizzato a dicembre una bella mostra sul Natale presso l’Archivio di Stato che riesce nonostante i tanti problemi a ospitare anche eventi culturali.
Speriamo di non passare alla storia come capitale, per una cultura dell’effimero, del transitorio, del turismo di massa che schiaccia la nostra identità.
Si spendono centinaia di migliaia di euro per eventi che nascono e muoiono in una giornata non lasciando nulla alla città. Speriamo che si trovino altrettante risorse per mantenere in vita questi luoghi‘.
Come non condividere le sue parole?
Che cosa è cambiato da allora?”.