L’assemblea delle aziende della Sezione Unital Legno-Arredamento di Confapi Matera, presieduta da Luca Colacicco, ha posto all’attenzione nazionale la situazione di estrema gravità in cui versa l’intero Distretto lucano e murgiano del mobile imbottito a causa dell’aumento esponenziale delle materie prime occorrenti per la produzione dei mobili imbottiti e dell’aumento del costo dei container, nonché a causa della difficoltà di reperimento di dette materie prime sui mercati internazionali:
“In particolare, tra le materie prime soggette a rincaro, registriamo il poliuretano (+50%), il legno (da +45% a +200%), l’acciaio (+160%), gli imballaggi di cartone e di plastica (+25%), e la tendenza è ancora al rialzo.
Inoltre, il costo dei container per il trasporto su nave è addirittura triplicato.
All’aumento dei prezzi si aggiunge l’indisponibilità delle materie prime, sempre meno reperibili sui mercati”.
Il presidente Luca Colacicco, nella nota inviata ai presidenti nazionali di Confapi, Maurizio Casasco, e di Unital, Riccardo Montesi, ha sottolineato:
“Da tutto ciò deriva la conseguenza che il mercato non regge questi prezzi.
Se il prezzo di un divano raddoppia i clienti non comprano più; il lavoro si sposta in Asia, dove si è fatta incetta di materie prime, e il Made in Italy deve cedere il passo alla concorrenza asiatica.
Il rischio fondato è il blocco totale delle nostre aziende che, o non possono evadere gli ordini nei tempi contrattuali per mancanza di materie prime, oppure sono fuori mercato a causa dei prezzi elevati che sono costretti ad applicare.
Se non saranno posti rimedi urgenti a questa situazione, entro poche settimane molte di queste aziende potrebbero chiudere per l’impossibilità di lavorare, pur avendo tanti ordini.
Inoltre, è facile prevedere che questa ‘bolla’ porterà a un rialzo del tasso d’inflazione, in quanto l’aumento delle materie prime riguarda tutti i settori, come ben sanno le imprese delle costruzioni.
Questo improvviso aumento dei prezzi colpisce soprattutto l’Italia.
Altri Paesi infatti, come per esempio la Germania e la Francia, risentono in misura molto minore sia dell’aumento dei prezzi che della carenza di materiali.
Riteniamo che sia in atto una speculazione verso il nostro Paese e nei confronti del comparto del mobile imbottito, una speculazione che riguarda tutte le materie prime ma soprattutto il legno, la gomma e i metalli.
In questa situazione le imprese che appartengono a un mercato medio-alto (che per fortuna sono la maggioranza) vedranno ridurre di molto le proprie fette di mercato; quelle che appartengono a un mercato medio-basso saranno costrette a chiudere.
Stando così le cose, a settembre le aziende faranno un ricorso massiccio alla cassa integrazione e a novembre alla mobilità, con un effetto domino disastroso per centinaia di imprese e migliaia di lavoratori.
Riteniamo, dunque che il Governo italiano e l’Unione Europea debbano intervenire sia per rendere reperibili le materie prime, sia per calmierarne i prezzi.
Altrettanto dicasi per l’aumento dei prezzi dei container per il trasporto delle merci.
Azioni importanti potrebbero essere la riduzione dell’Iva oppure misure atte a scongiurare le chiusure aziendali, quindi il licenziamento di migliaia di dipendenti, attraverso la defiscalizzazione totale del costo del lavoro per 6 mesi per il settore del mobile imbottito”.