“La gestione e cura delle persone affette da autismo non può essere affidata solo alle famiglie, soprattutto quando si tratta di minori e adulti con esigenze e bisogni particolari”.
A rimarcarlo è il sindaco, Domenico Bennardi, che nei giorni scorsi ha partecipato alla manifestazione organizzata da “Aura blu” nel Palasassi.
Bennardi era stato già sensibilizzato sul tema da una commovente lettera inviatagli dalle famiglie materane che assistono figli autistici, ma ha avuto modo di percepire il problema in tutta la sua urgenza rapportandosi direttamente con loro.
Spiega Bennardi:
“Il Comune può intervenire solo potenziando quella che viene definita tecnicamente ‘comunicazione aumentativa alternativa’, ovvero con una serie di supporti di natura sociale e logistica.
Ma il supporto più importante, quello di natura sanitaria, è di competenza regionale trattandosi di disabilità grave.
Quindi propongo al governo regionale di affrontare la questione insieme, convocando degli Stati generali sull’autismo e un Tavolo tecnico operativo con Azienda sanitaria materana e Comune.
È stato stimato che ogni anno, nella sola città di Matera nascono almeno tre bambini autistici.
Un dato importante, perché significa che tre famiglie dovranno farsi carico in toto della loro assistenza, già difficile da minorenni ma molto più complessa in età adulta.
Il sindaco si dice preoccupato e rammaricato sullo stato attuale dell’assistenza alle persone autistiche, che sono sempre più frequenti e in crescita.
La competenza è prevalentemente sanitaria, dunque regionale, ma i Comuni svolgono un ruolo molto importante soprattutto fino all’età scolastica ma non solo.
Peraltro il Comune di Matera, attraverso l’assessorato al Welfare, ha già presentato un importante progetto nel Febbraio 2024 alla Regione Basilicata, finalizzato alla realizzazione di un centro semiresidenziale per autistici adulti.
Un progetto ambizioso da 300mila euro per 12 utenti.
Della questione si è interessato direttamente il sindaco Bennardi e l’assessore alle Politiche sociali Maria Pistone.
Quindi possiamo offrire spazi dandoli in gestione ad associazioni, penso ad esempio al Centro Mazzarrone, che però non è specifico per l’autismo ma sulla disabilità in generale.
Stiamo investendo anche in percorsi di formazione per gli assistenti sociali e gli operatori del Comune; stiamo per rimettere a bando la struttura del “Dopo di noi” al rione San Giacomo, ma sarà generale sulla disabilità media e grave.
Servono, invece, strutture dedicate ai ragazzi autistici minorenni e dai 18 anni in su, quando le famiglie non possono essere lasciate sole.
Nel Salento c’è la bella realtà di un Centro servizi accreditato dalla Regione Puglia, che opera da 20 anni a supporto delle famiglie e possiamo riprodurlo in Basilicata.
Il Comune, insomma, offre spazi ma la Regione deve impegnarsi ad emulare buone pratiche come quella, che tra l’altro riceve pazienti anche dalla Basilicata.
In Basilicata si possono realizzare centri del genere con la collaborazione delle associazioni, purché si proceda in maniera celere ai conseguenti accreditamenti e contrattualizzazioni.
La via c’è, occorre perseguirla con convinzione e concretezza”.