Confini, comunità e mobilità: sono le tre parole chiave che hanno guidato i laboratori della prima giornata del convegno “Fra Noi: evoluzione di un progetto”, che si sta svolgendo in questi giorni a Matera (presso la sede della Caritas Diocesana, in via Cappuccini 15) in occasione del Festival delle culture mediterranee Sabir.
L’evento è organizzato dal Consorzio Communitas – capofila del progetto Fra Noi – insieme alla cooperativa Il Sicomoro che ha sede proprio nella città di Matera, che è uno dei 25 enti che fanno parte della rete Fra Noi.
Fra Noi è un progetto finanziato dal Ministero dell’Interno attraverso il Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) che ha l’obiettivo di accompagnare all’autonomia abitativa o lavorativa 450 rifugiati e titolari di protezione internazionale in Italia.
La prima giornata è stata tutta dedicata ai laboratori tematici, in cui i partecipanti, divisi in gruppi, hanno potuto scambiare idee, suggestioni, buone prassi.
Nel primo laboratorio, a cura di Arci, i partecipanti hanno letto a coppie il libro tattile Confini condividendo sensazioni e pensieri, e aggiungendo una propria pagina al termine dell’esperienza.
La lettura a coppie di questo libro è usata a volte come strumento di lavoro tra un operatore e una persona seguita, per favorire una relazione più empatica e profonda tra i due protagonisti del percorso di autonomia.
L’obiettivo è esplorare, e a volte, superare, i confini anche invisibili che spesso si erigono verso gli altri.
Confini che, invece, le 11 famiglie che hanno accolto in casa propria dei rifugiati hanno avuto il coraggio di attraversare, nonostante le difficoltà del periodo di pandemia.
“Che significato diamo alla parola comunità? Come rendere una comunità accogliente?” sono invece le domande che hanno guidato le persone che hanno partecipato al secondo laboratorio – affidato a Consorzio Communitas e COSM – ponendo poi le stesse domande agli abitanti di Matera intervistati per strada e nei negozi.
Un immergersi nella città che ha portato le persone incontrate a condividere tra loro la propria idea su cosa serve per rendere migliore la propria comunità.
La mobilità, parola guida del terzo laboratorio a cura della Caritas, è anche uno dei pilastri del progetto Fra Noi: tra le azioni intraprese per garantire l’inserimento dei rifugiati nelle comunità, anche quella di favorire lo spostamento in un altro territorio dove c’è una opportunità di lavoro oppure parenti o amici a cui avvicinarsi.
I partecipanti hanno svolto un gioco di ruolo, immaginando una situazione reale e immedesimandosi chi in una persona rifugiata, chi in un operatore sociale, chi in volontari e cittadini di una comunità, provando ciascuno a trovare un modo di agire in quella situazione.
Il prossimo appuntamento è previsto per domani giovedì 12 maggio, per la seconda parte dei lavori.
Sono in programma due tavole rotonde:
- Alle 9.45 il primo incontro in cui i referenti delle diverse aree del progetto analizzeranno insieme le azioni e le proposte del Fra Noi: dai percorsi lavorativi a quelli di mobilità, dall’accoglienza in famiglia agli inserimenti abitativi, fino ai percorsi di inserimento sociale e culturale nelle comunità in cui i migranti abitano.
- Alle 11.15, invece, la tavola rotonda a cui interverranno Maria Assunta Rosa, Direzione centrale per le politiche migratorie del Ministero dell’Interno, Andrea De Bonis, rappresentante dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati – UNHCR, Roberto Cifarelli, consigliere regionale della Basilicata, Nicola Morea, sindaco di Irsina, Raffaele Bracalenti, presidente dell’Istituto Psicoanalitico per le Ricerche Sociali e Andrea Barachino, presidente del Consorzio Communitas.
Ecco alcune foto dei laboratori.