Dopo il nulla osta del ministero dello Sviluppo e del ministero dell’Ambiente, che permette alla Sogin la pubblicazione della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (Cnapi), anche in Basilicata si va verso il deposito dei rifiuti radioattivi.
Il deposito permetterà di conservare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.
La Sogin è la società statale responsabile dello smantellamento degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Sette le Regioni potenzialmente idonee.
Alla nostra si aggiungono Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Ecco la lista dei comuni potenzialmente candidati in Basilicata:
- Genzano di Lucania (PZ);
- Matera;
- Irsina (MT);
- Acerenza (PZ);
- Oppido Lucano (PZ);
- Bernalda (MT);
- Montescaglioso (MT);
- Montalbano Jonico (MT).
L’intera Giunta regionale guidata dal presidente, Vito Bardi, esprime netta contrarietà alla localizzazione di un sito per lo smaltimento dei rifiuti nucleari:
“Siamo fortemente contrari a questa scelta sia per oggettive ragioni tecniche in quanto non si possono allocare rifiuti nucleari in zone altamente sismiche, sia per ragioni di opportunità.
La Basilicata ha già dato al Paese con i suoi giacimenti petroliferi e non possono aprirsi altre ferite che possano mettere in serio pericolo il destino di questa regione.
Non si possono chiedere ulteriori sacrifici ai lucani.
Per questa ragione ci opporremo con ogni mezzo a questa ipotesi, già proposta qualche anno fa e poi fallita grazie a una grande mobilitazione dei lucani.
Una ipotesi, fra l’altro, emersa senza alcun coinvolgimento delle istituzioni e delle popolazioni interessate.
Per scelte del genere non esistono colori politici.
Aspettiamo fiduciosi anche la voce contraria del Movimento 5 Stelle, a partire dal sindaco, Domenico Bennardi, considerato che questa volta la città, già capitale europea della cultura per il 2019, sarebbe fortemente penalizzata”.