Matera Capitale italiana del volontariato 2029: a Merano apprezzamenti per la candidatura. I dettagli

La città dei Sassi ha partecipato, con il sindaco Domenico Bennardi e l’assessore all’Innovazione Marina Bianchi, all’ottava edizione del “Jazz’in”, festival dell’innovazione in corso a Merano.

Oltre 60 Tavoli di lavoro dedicati al tema, accompagnati da Innovation talks; otto conferenze, workshop e appuntamenti con esperti.

Durante il “case giver” di Matera, Bennardi ha parlato della candidatura di Matera a Capitale europea del volontariato per il 2029.

Un percorso ancora embrionale, da costruire in modo partecipato col territorio, ma che al Jazz’in si è già arricchito di ottimi spunti e riflessioni su innovazione sociale, welfare aziendale, volontariato di competenza ma anche sull’esigenza di un nuovo umanesimo, basato sul benessere dell’anima nel prendersi cura degli altri.

Tanti apprezzamenti e incoraggiamenti a Matera, sono arrivati dai presenti.

Ha detto il sindaco alla platea di Merano:

“Come Capitale europea della cultura nel 2019 abbiamo un grande senso di responsabilità per aver rappresentato la cultura a livello europeo e la necessità di guardare ora al nostro futuro, dopo quel riconoscimento.

L’esperienza di Capitale europea della cultura ha rinsaldato e recuperato tutto il nostro essere comunità generosa e appassionata nel dedicarsi al volontariato, basta vedere le tante associazioni che operano sul territorio anche a seguito del 2019.

Questa candidatura, quindi, potrà costituire l’opportunità a livello nazionale di fare il punto sul volontario oggi in Italia, come sulle opportunità del Terzo settore, del welfare e della cooperazione.

Matera, con il suo Piano sociale di zona, ha ospitato il recente G7 dei ministri del welfare provenienti dai più importanti Stati del mondo, abbiamo tanto da poter esprimere su questi temi.

Anche sul piano turistico una candidatura del genere è molto importante per cambiare il paradigma del nostro visitatore puntando su un modello di viandante che voglia immergersi in modo esperienziale nel contesto socio-culturale della città, ricevendo e offrendo qualcosa nella sua permanenza, che inevitabilmente richiederebbe un tempo maggiore.

Insomma questa candidatura potrà mostrare una città non più come semplice meta per una foto mozzafiato, ma come un’esperienza da vivere sul piano umano”.