Enpa sezione provinciale Matera, Comitato contro la caccia Matera e Europa Verde-Verdi Matera scrivono in una nota:
“La presenza di alcuni cinghiali in una zona urbana di Matera ha acceso un acceso dibattito nella comunità; di conseguenza il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, ha sollecitato le autorità preposte a realizzare i piani di abbattimento selettivo dei cinghiali previsti dalla regione Basilicata.
Con la presente i firmatari del documento propongono alcune soluzioni per gestire la situazione in modo sicuro, responsabile e non cruento, escludendo categoricamente l’abbattimento che, oltre a creare inutili rischi per la popolazione (dato che peraltro, nel caso specifico, dovrebbe essere attuata in ambiente urbano) , non risolverebbe il problema alla radice e anzi potrebbe aggravarlo.
Le proposte sul tavolo sono le seguenti.
Messa in sicurezza dei cinghiali:
- Cattura con metodi non invasivi, che non causino stress o traumi agli animali
- Sedazione per facilitare le operazioni di controllo e trasporto
- Valutazione, in collaborazione con veterinari esperti, dello stato di salute degli esemplari
- Eventuale sterilizzazione, se ritenuta necessaria per il benessere degli animali e per la gestione della popolazione a lungo termine
- Liberazione in un’area naturale idonea, scelta in base alle caratteristiche etologiche della specie e alla compatibilità con l’ambiente circostante
- partecipazione, per ciascuna delle suddette fasi, di osservatori appartenenti alle associazioni/movimenti firmatariù
Gestione della popolazione generale di cinghiali:
- Sterilizzazione:
-Somministrazione di un contraccettivo orale (ad esempio il GonaCon) tramite appositi dispenser, metodo efficace e non invasivo che ha già dato buoni risultati in altri contesti
-Collaborazione con le Università e i centri di ricerca per sviluppare e implementare nuove tecniche di sterilizzazione.
- Dissuasori:
-Installazione di dissuasori luminosi e acustici per allontanare i cinghiali da aree sensibili, come centri abitati, coltivazioni e zone di pericolo
-Scelta di dissuasori non letali e che non causino danni agli animali, in linea con i principi di etica e benessere animale.
- Corridoi faunistici:
-Realizzazione di corridoi faunistici per facilitare lo spostamento sicuro degli animali in aree appositamente scelte, al di fuori dei centri abitati e delle zone a rischio.
-Collaborazione con i proprietari terrieri per la creazione di zone di rifugio e di alimentazione per i cinghiali.
- Monitoraggio:
-Attivazione di un sistema di monitoraggio della popolazione di cinghiali per valutare l’efficacia delle misure adottate e per adattarle nel tempo ○ Coinvolgimento di esperti e cittadini nella raccolta dati e nell’analisi della situazione.
Perché la caccia non è la soluzione.
La caccia, oltre ad essere eticamente discutibile e contraria alla sensibilità di una parte sempre più ampia della popolazione, ha paradossalmente portato ad un aumento incontrollato della popolazione di cinghiali in molte zone d’Italia, in quanto:
- I cinghiali sono animali selvatici stanziali e la loro riproduzione è controllata dai capi branco. L’abbattimento di questi ultimi causa la disgregazione dei branchi e la formazione di nuovi gruppi composti da giovani, che si accoppiano in maniera indiscriminata, favorendo una crescita incontrollata della popolazione
- I cinghiali che si avvicinano ai centri abitati lo fanno principalmente per cercare cibo, attratti da rifiuti facilmente accessibili o da coltivazioni non protette. La caccia non risolve questo problema, anzi può spingere gli animali a cercare cibo in aree ancora più vicine alle abitazioni.
C’è il Rischio di diffusione della peste suina africana.
Il virus della PSA è altamente contagioso e può essere trasmesso facilmente tra cinghiali attraverso il contatto diretto, con le carcasse infette o con l’ambiente contaminato; la caccia, in particolare la caccia al cinghiale in battuta, può aumentare il rischio di diffusione del virus in diversi modi:
- Stress e movimento degli animali: l’attività di caccia può stressare i cinghiali, favorendo la loro dispersione e il contatto con altri animali, anche in aree non infette,
- Mancanza di adeguate precauzioni: il personale non specializzato nella gestione della PSA potrebbe non adottare le precauzioni necessarie per evitare la contaminazione, come l’utilizzo di DPI specifici e la disinfezione di attrezzature e veicoli,
- Gestione delle carcasse: se un cinghiale infetto viene abbattuto, la sua carcassa può contaminare l’ambiente, se non smaltita correttamente.
In conclusione:
con la presente gli scriventi propongono all’Amministrazione Comunale di farsi promotrice di un progetto innovativo che impieghi metodi alternativi all’abbattimento, basandosi su principi di:
Prevenzione:
- messa in sicurezza di cassonetti e discariche mediante l’utilizzo di apposite tecnologie di dissuasione e contenimento.
- attivazione di piani di educazione e sensibilizzazione della cittadinanza, volti a diffondere una corretta conoscenza della problematica e delle misure di prevenzione da adottare.
Controllo non letale:
- implementazione di sistemi di cattura selettiva con trappole, finalizzati alla sterilizzazione e al ricollocamento degli animali in aree idonee, in collaborazione con centri di fauna selvatica e Università.
- monitoraggio costante della popolazione e dei suoi spostamenti mediante l’utilizzo di tecnologie avanzate (es. radiocollari, fototrappole), in collaborazione con enti di ricerca e Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
ricerca e sviluppo di nuovi metodi di dissuasione non invasivi, basati su tecnologie innovative (es. droni, segnali acustici), in collaborazione con aziende e centri di ricerca.
Si ritiene che la città di Matera abbia tutte le caratteristiche per diventare capofila in Italia di un progetto di ampio respiro che possa assumere il ruolo di modello ispiratore per altre realtà territoriali.
I firmatari si rendono sin da ora disponibili, in forma totalmente gratuita, a collaborare attivamente con l’Amministrazione Comunale per qualsiasi confronto e approfondimento tecnico-scientifico che possa portare all’elaborazione di un piano di gestione integrata della popolazione di cinghiali”.