Pasquale Doria di “Matera Civica” in un comunicato stampa dichiara:
“Come sarà trasformata la tratta urbana delle Fal, in metrotranvia oppure in metropolitana leggera?
I significati dei due sistemi di trasporto, benché propagandati all’unisono, non sono equivalenti.
I rotabili delle metrotranvie possono circolare in superficie, anche insieme al traffico su gomma e, ove possibile, su una sede tranviaria propria.
I rotabili delle metropolitane leggere, invece, si muovono generalmente su binari, nel caso specifico a scartamento ridotto.
Sono considerazioni che nascono spontanee dopo una serie di affermazioni trionfalistiche, decisioni mai condivise a livello di consiglieri comunali e men che meno con la cittadinanza.
Asserzioni diffuse solo tramite comunicati stampa riguardanti un percorso da adeguare alle nuove funzioni, inizialmente lungo 4,3 chilometri.
Secondo le stesse dichiarazioni è prevista l’estensione futura fino all’Ospedale Madonna delle Grazie e all’area urbana Sud denominata San Francesco.
A queste notizie si aggiungono i particolari, la modalità relativa a due fermate e la possibilità d’interscambio con navette di trasporto pubblico, a partire dal terminal intermodale di Serra Rifusa, costato al Comune 3,7 milioni di euro e praticamente inutilizzato dal giorno della sua inaugurazione.
Prevista anche la possibilità d’interagire con la modalità bike sharing.
Per quanto riguarda le risorse si è fatto riferimento a un investimento di 63 milioni di euro, di cui 45 serviranno per l’acquisto di 5 locomotrici, al costo di 9 milioni di euro l’una, mentre i rimanenti 18 milioni di euro serviranno ad adeguare le infrastrutture.
Intanto, si parte con un finanziamento di 36 milioni di euro stanziati dal ministero dei Trasporti.
Tempi di realizzazione previsti entro dicembre del 2026 e l’opportunità di prolungare il servizio fino alla stazione di Altamura.
Occorre precisare che l’intero tragitto a scartamento ridotto non è elettrificato e la stessa cosa vale per la prosecuzione fino a Bari, linea i cui termini di percorrenza tramite motrici termiche diesel sono bloccati alle solite quasi due ore, ma non la domenica, quando il servizio su questa linea è del tutto sospeso.
I nuovi treni da 9 milioni l’uno sono a doppia trazione, diesel ed elettrica, un sistema sperimentale di accumulatori a bordo, che si avvale di batterie ricaricabili e da attivare solamente nel circuito urbano.
E dopo? Che fine faranno i gas di scarico del motore diesel?
Interrogativo non secondario, anche perché con due diversi sistemi di trazione accoppiati appare contraddittorio parlare di metropolitana leggera, rimane in realtà un treno e anche pesante, di più, fermo alla logica dello scartamento ridotto.
Ridotte sono anche le informazioni sulla gestione del servizio, a quanto pare, a carico del Comune.
Capitolo sul quale è notte fonda, nel senso che non è dato sapere con quali coperture finanziarie l’ente locale dovrebbe gestire il servizio e (dal punto di vista quantitativo) per quale utenza?
Al momento, oltre agli annunci, non si hanno certezze su studi specifici e, considerata l’importanza dell’intervento, chiedersi se il gioco valga la candela è più che legittimo.
Suscita non poche perplessità un conteggio che non può prescindere dai 7 milioni di euro già spesi per la nuova stazione e, anche in questo caso, senza mai conoscere ufficialmente il numero di passeggeri al giorno, forse 100?
Dubbi, interrogativi che mirano semplicemente a essere correttamente informati, magari sapendo che altrove si sta già procedendo con motori a idrogeno, ovvero, gestioni più flessibili e meno onerose.
Mortificante, invece, si rivela la pratica che esclude il confronto democratico e silenzia la voce della comunità, da tempo stanca di doversi misurare con decisioni calate dall’alto e adottate a scatola chiusa.
Considerato che un treno normale costa al massimo 4 milioni di euro, a chi giova la soppressione di un dibattito civile e costruttivo?
Non è forse vero che nei 36 milioni di euro stanziati erano previsti 5 convogli per un totale di spesa di circa 17 milioni?
Ma ora con quelle risorse disponibili se ne potranno acquisire appena due.
Per il resto bisognerà affidarsi alla buona sorte del PNRR. Vedremo”.