Il Tribunale di Matera ha condannato a tre anni di reclusione l’ex comandante del corpo dei vigili urbani, Franco Pepe.
Accusato di corruzione, abuso in atti di ufficio in concorso e continuato e di maltrattamenti nell’ambito di una inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza che portò all’arresto, nel 2012, dello stesso Pepe, di due vigili urbani e di un dipendente comunale.
L’inchiesta fariferimento ad alcuni episodi riguardanti i rapporti con una concessionaria di autoveicoli (in danno dell’amministrazione comunale) atti persecutori nei confronti di un dipendente comunale, rappresentante sindacale della Cisl, e del presidente di un circolo sportivo.
Pepe, che ha sempre ribadito l’estraneità ai fatti contestati, è stato inoltre condannato alla interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e all’estinzione del rapporto di pubblico impiego.
L’ex comandante dei Vigili urbani è stato assolto dall’accusa di concussione, riguardante i rapporti con un imprenditore del settore edile.
Il difensore di Pepe, l’avvocato Carmine Ruggi, ha preannunciato ricorso in appello.
Il Tribunale, inoltre, ha condannato a due anni di reclusione (pena sospesa) un imprenditore, Giuseppe Ludovico Maffei, coimputato nel procedimento, nei confronti del quale è stata disposta l’incapacità a contrattare la pubblica amministrazione per la durata di un anno.
Sono stati, inoltre, assolti per non aver commesso il fatto o per insussistenza degli stessi, altri tre coimputati nel processo.
Sono Cesare Rizzi e Vincenzo Scandiffio, ex vigili urbani, e l’operaio comunale Nicola Colucci.
Il pubblico ministero, Salvatore Colella, aveva chiesto condanne a otto anni di reclusione per Pepe e dai quattro anni e sei mesi ai quattro anni per gli altri.