Ieri la Cgil (Confederazione generale italiana del Lavoro) Matera e la Cgil Basilicata, in occasione dell’inaugurazione di Matera Capitale europea della Cultura 2019, per il tramite del Prefetto di Matera, hanno consegnato al Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, un dettagliato dossier di analisi e proposte accompagnato da una lettera.
Di seguito il comunicato stampa della Cgli Matera e Cgil Basilicata:
“La designazione di Matera quale Capitale europea della Cultura è solo l’ultimo riconoscimento delle conquiste civili, culturali e sociali di una città che ha sempre interpretato in maniera decisa i valori della democrazia e del rispetto dei diritti delle persone, come testimoniano la medaglia d’argento al valore militare per ricordare i martiri del 21 settembre 1943, in cui tanti materani insorsero contro l’occupazione nazista, e la medaglia d’oro al valore civile.
Matera propone un’altra immagine del Mezzogiorno, quello che riesce a qualificarsi per le sua capacità di resilienza attraverso la quale indirizza aspirazioni, lotte ed energie verso nuove prospettive di conquiste sociali, economiche, civili e culturali, sfatando una vecchia idea di sud assistito e lamentoso.
Purtroppo, non possiamo esimerci dall’ignorare la persistenza dei problemi gravi che rendono di stringente attualità la “questione meridionale”: la disoccupazione, specie giovanile, e l’emigrazione (compresa quella intellettuale) continuano a essere le spie più preoccupanti di un disagio sociale diffuso e di un territorio minacciato dall’abbandono.
Per queste ragioni, con spirito costruttivo e con tenacia politica, democratica e civica, abbiamo voluto documentare le nostre preoccupazioni, corredando la lettera al Presidente della Repubblica e al Presidente del Consiglio con un dossier che fotografa l’attuale condizione di Matera e in parte della Basilicata, con l’individuazione dei problemi irrisolti e con l’indicazione di proposte e suggerimenti, che riteniamo dover avanzare quale contributo del mondo del lavoro alla rigenerazione della nostra terra e al rinascimento delle nostre popolazioni.
Preoccupazioni che derivano dai persistenti ritardi strutturali e infrastrutturali, materiali e immateriali, che rischiano di vanificare il tanto auspicato sviluppo economico e occupazionale della nostra regione, consapevoli altresì del fatto che a partire dall’1 gennaio 2020, quando i riflettori internazionali si spegneranno sulla nostra città, si riproporranno in tutta la loro interezza e acutezza le questioni che hanno determinato l’inequivocabile ritardo nella programmazione degli interventi per la realizzazione delle infrastrutture e dei servizi, la cui inadeguatezza e talvolta anche mancanza è in palese contrasto con le ambizioni di Capitale europea della Cultura”.