La quarta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna per il crollo – avvenuto nel 2014 – di uno stabile di vico Piave a Matera, pronunciata dalla Corte d’Appello di Potenza, nella parte in cui si riferisce a due degli imputati.
Si ricorda che il procedimento era a carico di nove persone, tra proprietari di immobili, tecnici e titolari di imprese, tecnici e dirigenti del Comune di Matera coinvolti a vario titolo nel crollo dei due edifici a Matera.
Nel crollo morirono due persone: Dina Antonella Favale e Vito Nicola Oreste, quest’ultimo morto giorni dopo in ospedale.
I reati ipotizzati vanno dall’omicidio colposo al crollo di costruzioni, ai delitti colposi di danno nella realizzazione di opere, che avrebbero indebolito le strutture e per aver omesso controlli o per ritardi nella valutazione dei rischi segnalati, nella fase precedente al crollo degli immobili.
In particolare, così come riportato da Ansa, “la decisione della Suprema Corte riguarda l’ingegner Emanuele Pio Lamacchia Acito, strutturista addetto all’ufficio opere pubbliche del Comune di Matera, e Delia Maria Tommaselli (dirigente del Comune di Matera del settore opere pubbliche), entrambi condannati in primo grado, con pena sospesa, a un anno e sei mesi di reclusione per omicidio colposo e, in secondo grado condannati ai soli effetti civili.
Conseguentemente la Cassazione ha disposto l’annullamento della condanna del comune di Matera, responsabile civile.
La Corte ha, invece, confermato la sentenza a carico degli altri imputati”.