Un confronto non scontato sul tema delle sostanze stupefacenti e delle conseguenze sui minori, ma in generale sui comportamenti umani e la disgregazione sociale.
Protagonisti, nell’assemblea studentesca svoltasi nella sala conferenze della Residenza Sant’Anna di Matera, i giovani dell’Istituto tecnico commerciale e geometri Loperfido-Olivetti di Matera (diretto dalla professoressa Antonella Salerno), l’Anfi, Associazione nazionale Finanzieri d’Italia di Puglia e Basilicata (con il Luogotenente Angelo Burdo), l’avvocato penalista Antonio Maria La Scala, noto anche per le partecipazioni al programma di Rai 3 “Chi l’ha visto” e presidente dell’Associazione nazionale famiglie e amici persone scomparse Penelope Onlus.
Dopo l’introduzione dei rappresentanti dell’Anfi, l’avvocato La Scala ha esposto diversi casi di abusi sui minori, derivanti dall’uso di droghe, e di tragedie che si sono consumate nell’indifferenza umana.
Toccante è stata la testimonianza del legale con la storia di una ragazza che, durante una festa privata, ha subito la violenza di alcuni giovani.
Ricordati i fatti tragici di Ciccio e Tore, i fratellini di Gravina, che a Febbraio del 2008 precipitarono in un pozzo di un casolare nel centro storico del comune pugliese.
Una storia amara contraddistinta da sospetti e ombre mai del tutto dissipate, ma con un’unica, grande sicurezza: l’indifferenza delle persone e, in questo caso, dei compagni dei due minori, di coloro che si consideravano “amici”.
La passione civile dell’avvocato La Scala e la forza coinvolgente dell’esposizione, hanno suscitato l’interesse dell’assemblea e una partecipazione viva alle questioni sollevate.
Evidenziate con dovizia di particolari le drammatiche conseguenze di una serie di azioni superficiali e di gravi omissioni relative a casi accaduti in Italia, così come i sentimenti provati dalle parti in causa, segnalati attraverso la personale esperienza di avvocato che ha seguito i fatti.
E questo mentre ancora una volta l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza fa sapere che sono sempre più numerosi i giovanissimi che fanno uso di sostanze stupefacenti e alcoliche.
Come testimoniato dalla comunità scientifica, l’inizio è precoce ed è in forte aumento l’utilizzo in fasce di età sempre più giovani.
Il messaggio lanciato è stato – nel caso si dovesse essere vittime di abusi conseguenti all’uso di sostanze chimiche imposto con l’inganno – di denunciare e non nascondere il dramma subito, sia alle autorità preposte che alle famiglie e ai medici.
L’iniziativa all’istituto Sant’Anna ha fatto registrare un clima di vicinanza emotiva davvero consistente, tanto che ragazzi e ragazze dell’Itcg Loperfido-Olivetti, dicono ora che tutto questo “ha trasformato un evento comune in un’esperienza unica ed indimenticabile che saremmo felici di ripetere per ribadire che non possiamo rovinarci la vita con le droghe, facendo il gioco di balordi e criminali che gestiscono il traffico di stupefacenti.
Dobbiamo pensare alla nostra salute e al nostro benessere psico-fisico, è un dovere per noi anche nell’ottica di una responsabilità sociale che non può e non deve sfuggirci”.