Il terribile nubifragio di Domenica 12 e Lunedì 13 Maggio ha interessato gran parte dell’Italia, senza risparmiare la zona del metapontino, e ha procurato pesanti danni all’agricoltura.
Una grandinata violenta, che in alcuni punti ha raggiunto i 15 centimetri, ha devastato una vasta zona, compromettendo il raccolto di frutta e grano.
Intere piantagioni del materano (già cariche di pesche e albicocche) hanno subito danni irreversibili nei seguenti comuni:
- Pisticci;
- Bernalda;
- Montalbano;
- Scanzano Jonico.
Tanto da indurre gli amministratori locali a chiedere il riconoscimento di calamità naturale.
L’Arcivescovo mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, con i parroci delle zone interessate ha spiegato (in una nota diffusa dall’ufficio Comunicazioni sociali dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina):
“si è reso vicino agli amministratori, e per il loro tramite, a tutta la popolazione e agli imprenditori agricoli che vedono i loro sforzi, il loro lavoro e i loro investimenti così gravemente compromessi.
La natura che è madre, talvolta si ribella agli abusi che la devastano, pensiamo agli stravolgimenti climatici per effetto del surriscaldamento del clima sul pianeta.
Per una sorta di interdipendenza tra tutte le zone della Terra, gli effetti negativi dell’inquinamento si manifestano qua e là procurando devastazione e distruzione.
Nell’esprimere vicinanza alle popolazioni colpite, soprattutto agli agricoltori, la Chiesa di Matera–Irsina incoraggia tutti a ritentare, a ricominciare confidando nell’aiuto di Dio, delle Istituzioni perché diano i sussidi necessari, e nell’impegno di tutti a salvaguardare il Creato, la Casa comune, da qualsiasi forma di abusi.
Le tradizioni religiose delle nostre comunità nel passato hanno fatto ricorso all’intercessioni dei Santi per chiedere la grazia della pioggia nei momenti di siccità, dobbiamo riprendere queste tradizioni di fede perché si ricrei un’alleanza virtuosa tra uomo e natura, tra lavoro e sviluppo, tra sacrificio e bellezza”.