Come anticipato, Sabato 6 febbraio, alle ore 17:15 su Rai2, il viaggio de “Il Provinciale” attraversa la Basilicata, o, come veniva chiamata fino a non molti anni fa, la Lucania.
Federico Quaranta cercherà di scoprire cosa è rimasto della “civiltà contadina”, seguendo le tracce di una guida d’eccezione, Carlo Levi, che, negli anni Trenta del secolo scorso, durante la sua esperienza di confinato politico in un paese del materano, oltre a scrivere un libro fondamentale, “Cristo si è fermato a Eboli”, ha puntato i riflettori su quella storia che nessuno voleva vedere.
Così, dal Parco delle Murge, dove un tempo, all’interno di grotte naturali, vivevano insieme uomini e bestiame, Federico raggiungerà una delle zone naturalisticamente più affascinanti della regione, quella dei calanchi di Montalbano Jonico (MT), terra di pastori transumanti.
Da lì, poco distante, andrà a visitare anche il paese di Craco (MT), sfollato negli anni Settanta perché le sue fondamenta argillose rischiavano di farlo franare.
Craco, da paese vitale e fiorente, è divenuto un borgo fantasma, spesso usato come set cinematografico, da The Passion di Mel Gibson, alla versione filmica del libro di Levi diretta da Francesco Rosi e interpretata da Gian Maria Volontè.
E, restando ancora nella provincia di Matera, Federico andrà proprio nel paese in cui visse per un anno l’importante scrittore, Aliano (MT), andando a visitare la casa in cui alloggiava.
Dalla provincia di Matera, il viaggio proseguirà in quella di Potenza, attraversando i due principali paesi delle Dolomiti Lucane, Pietrapertosa (PZ) e Castelmezzano (PZ), ricchi di storie contadine.
A Castelmezzano, in particolare, c’è una storia recente che riguarda gli anziani del paese.
La scuola rischiava di chiudere per assenza di ragazzi che la frequentassero.
Per salvarla, gli anziani di Castelmezzano, che da bambini furono costretti ad abbandonare gli studi per lavorare la terra, sono tornati sui banchi di scuola, salvando così una realtà che rischiava di svanire definitivamente.
Incontrando pastori che gli racconteranno come portano avanti una tradizione secolare, ma gli insegneranno anche quanto sia radicata nelle proprie radici l’ospitalità, Federico riconoscerà la nobile dignità di questa civiltà contadina che, pur non finendo sui libri di Storia, ha reso grande e davvero umana la nostra Nazione.