“La semplice idea che la Ferrosud possa chiudere è un paradosso, oltre che una responsabilità senza attenuanti.
Nel prossimo decennio in Italia gli investimenti previsti nel settore ferroviario saranno, come esplicitato dal piano industriale di Ferrovie dello Stato, di circa 95 miliardi di euro e la capacità nazionale installata complessiva non è in grado di rispondere a questa immensa risorsa economica messa a disposizione”.
Lo dichiara il consigliere regionale di Italia Viva, Luca Braia, in una nota in cui aggiunge:
“Esprimo la massima solidarietà ai dipendenti di Ferrosud che cercano di comprendere quale sarà il loro futuro insieme alle loro famiglie.
Ho presentato una mozione che sarà discussa nel prossimo Consiglio regionale.
Non basta solo continuare a sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto le istituzioni, a tutti i livelli, con iniziative pubbliche come quella organizzata da Cgil Cisl e Uil e sindacati metalmeccanici di categoria, nei giorni scorsi, una di numerose altre che nel tempo si susseguono.
Occorre adoperarsi per fornire soluzioni, da parte del Governo regionale, a cui chiediamo di agire con un intervento deciso e coordinato con il Governo nazionale, nella direzione di una soluzione che confermi la Ferrosud come operatore del settore ferroviario in un momento di grandi investimenti nel settore.
Il Governo regionale, mettendo a disposizione impegno e risorse, deve trovare le soluzioni praticabili per sbloccare la vertenza, al fine di scongiurare il fallimento dell’azienda, salvaguardare l’occupazione e mantenere le specificità aziendali.
Occorre creare prima possibile le condizioni per un ripartenza industriale nel settore ferroviario del sito materano e mettere in campo un intervento deciso e coordinato.
Il presidente Bardi deve, oggi più che mai, attivarsi senza sosta, non solo come regolatore e garante della correttezza delle procedure, ma anche come promotore di interventi pubblici diretti, passaggio essenziale in questa vertenza, a prescindere dalle vicissitudini giudiziarie di cui si attende l’esito.
Al massimo della sua potenza produttiva, la fabbrica materana vedeva impiegati più di 800 dipendenti, oggi sono meno di 80, con il pericolo incombente della chiusura di ogni produzione.
Il nome Ferrosud non è solo un marchio industriale, è patrimonio di chi ci lavora, di chi ci ha lavorato in passato, a volte pagando anche con la vita, come accaduto alle diverse vittime a causa dell’amianto. Ferrosud è, soprattutto, patrimonio dei territori della Basilicata e della Puglia ma anche un patrimonio della nazione”.