“Parlare di Matera e dei Sud del mondo mi riempie di gioia!”.
E con la stessa gioia il Sud ripaga Ulderico Pesce che, dopo il grande successo ottenuto il 9 Luglio scorso, ha pensato bene di replicare nella serata di ieri, 8 Settembre, lo spettacolo “Case senza luce Matera”, presso l’ex ospedale San Rocco (MT9).
Il ricavato dell’iniziativa andrà in beneficenza: l’intero incasso sarà devoluto all’AIL materana che da anni si occupa dei malati oncologici.
“Case senza luce Matera” è uno spettacolo che racconta varie fasi storiche di Matera, vissute dagli abitanti dei Sassi, nelle case senza luce: racconta dello sfollamento e dei nuovi quartieri popolari, di alcuni paesi della provincia che hanno lottato per l’occupazione delle terre.
Sono storie poco note di una città senza tempo e di quotidianità, di vita vera, vissuta, reale, a tratti dolorosa.
L’evento è stato realizzato nel luogo che prima fu monastero, poi divenne il carcere dove furono rinchiusi molti occupatori di terra tra i quali:
- Rocco Scotellaro;
- Anna Avena;
- Antonia Miccio.
Prendono vita, nell’opera, Luisa Levi, che nel 1935, per prima, parlò dei Sassi di Matera attraverso l’opera del fratello Carlo, “Cristo si è fermato a Eboli”.
Affiancata da altri personaggi quali:
- Togliatti, che nel 1948 fece un comizio storico a Matera;
- Albino Sacco;
- Olivetti;
- Levi;
- Mazzarone.
La storia intreccia la vita di personaggi della contemporaneità e momenti passati importanti quali:
- l’arrivo dei monaci basiliani;
- la nascita dei monasteri;
- la chiusura dei Sassi;
- la costruzione dei primi borghi rurali.
Lo spettacolo è frutto di un laboratorio teatrale di 430 ore che l’equipe del Centro Mediterraneo delle Arti, diretto da Ulderico Pesce, ha tenuto a Matera.
Un laboratorio in cui si è sperimentato il metodo teatrale “organico” concepito da Stanislavskji, in cui sono stati rintracciati e studiati documenti storici utilizzati poi a fini spettacolari.
Questo il commento di Ulderico Pesce:
“Sapere che nella mia terra, la Basilicata, c’è una città che vive da 8 mila anni, Matera, mi ha fatto nascere l’esigenza di provare a capirla e sentirla più vicina.
Oggi, dopo averla vissuta e studiata per un po’, sento il dovere di provare a raccontarla.
È la narrazione di storie particolari che sono diventate storie universali.
Raccontare Matera significa raccontare l’evoluzione dell’uomo e del mondo.”
Di quel mondo di cui fu partecipe Rocco Scotellaro, poeta lucano.
Lo chiamavano il Sindaco bambino: poeta qual era divenne Sindaco di Tricarico a soli 20 anni.
Fu accusato dal suo partito di ruberie.
Venne scagionato.
Morì a solo 30 anni di infarto, dopo il carcere.
Era innocente.
Nelle sue poesie le tracce di una Basilicata “amica del caso, scoperta del cuore”.