La forbice tra gli occupati del Sud e quelli del Nord Italia si allarga ancora.
Lo conferma uno studio realizzato dall’Osservatorio statistico dei consulenti del Lavoro in cui, ancora una volta, è il Mezzogiorno la maglia nera d’Italia.
Guardando i dati sulla disoccupazione giovanile a livello territoriale, la situazione descritta appare anche più chiara.
A Matera più di due ragazzi su tre nella fascia 15-24 anni non trova lavoro.
Stesso discorso in tema di inattivi, la platea di coloro cioè che non hanno un impiego né lo cercano.
In Italia, viene ricordato, sono “inattive il 34,4% delle persone fra i 15 e i 64 anni“, con differenze notevoli sul territorio.
Il 36,6% dei ragazzi meridionali, fra gli under 35, rientra nelle file dei cosiddetti ‘Neet’ (l’acronimo di matrice anglosassone che indica chi non lavora, né è impegnato in percorsi formativi, ndr), rispetto 16,3% di chi risiede al Nord.
Eco quanto si legge nel dossier:
“Il Sud tiene ben saldi i primi posti in classifica per tasso di disoccupazione: prime province sono “Crotone e Agrigento (27,6%), seguite da Messina, dove più di un quarto della popolazione è in cerca di un impiego (25,5%)”.
Uno Stivale, sempre più diviso, dunque: la Lombardia sola, infatti, produce “il 22,1% delle ricchezze del Paese, mentre le 8 regioni del Sud arrivano complessivamente al 22,5%“.
Il presidente della Fondazione studi dei consulenti del lavoro Rosario De Luca, osserva:
“Il cambiamento per il Mezzogiorno può arrivare dopo un abbattimento strutturale del costo del lavoro e attraendo investimenti in infrastrutture e tecnologia”.