Matera: “organizzare una struttura cittadina sull’esempio di altre città d’arte italiane”. L’appello alle Istituzioni

Accesso alla cultura, co-creazione e cittadinanza culturale, abitare la cultura, produrre cultura.

È a queste quattro grandi sfide, lanciate nel dossier di candidatura, che si legano i principali risultati di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 emersi dall’attività di monitoraggio e valutazione, presentati ieri mattina nel corso dell’incontro “Matera 2019, un giacimento di sfide”, organizzato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e trasmesso in streaming sul canale YouTube del Ministero della Cultura alla presenza del Ministro Dario Franceschini.

All’incontro è intervenuto anche il Sindaco di Matera, Domenico Bennardi:

“E’ stato innanzitutto un evento celebrativo dei risultati ottenuti, ma ho ritenuto doveroso sottolineare anche quello che resta da fare e presentare la mia visione della città per i prossimi anni: sviluppo fondato sull’economia arancione, università, infrastrutture e la gestione delle attività e dei servizi attinenti ai luoghi della cultura.

Vi invito a leggere l’intervento integrale che riporto di seguito:

Matera ha intrapreso con slancio la sfida del passaggio dal capitalismo industriale a quello culturale investendo, più che nei capannoni, nel patrimonio storico, archeologico e identitario.

Vi è alla base la consapevolezza di possedere un vantaggio competitivo fondamentale: il territorio e il genius loci conferiscono un senso e una storia che non possono essere imitati in nessun altro mercato.

Oggi siamo in grado di riconoscere e valorizzare questa potenzialità, comprenderne il peso, assumere la consapevolezza del fatto che esso rappresenta posti di lavoro, impatto economico, con ricadute positive anche in termini di coesione sociale, di rigenerazione urbana, di turismo e di investimenti provenienti dall’esterno.

Il progetto di sviluppo della città si basa sulla cosiddetta “economia arancione”, legata a doppio filo allo sviluppo delle industrie culturali e creative, e coglie la prospettiva e l’ambizione di diventare sempre più il baricentro stabile di una strategia che comprende anche formazione, innovazione e servizi.

Questo progetto – che è la visione della città dei prossimi anni – necessità di investimenti e di un adeguato sostegno, in particolar modo da parte delle istituzioni regionali.

Matera può già vantare importanti presidi culturali: il Conservatorio musicale, l’Istituto centrale del restauro, il Centro di geodesia spaziale, la rete museale; altri si appresta ad ospitarne: il Centro sperimentale di cinematografia, l’Accademia delle belle arti, la Casa delle tecnologie emergenti, l’Istituto superiore per le industrie artistiche.

Un giacimento enorme di conoscenza e di formazione che potrebbe – dovrebbe! – ottenere il sostegno anche da parte della Regione e dei suoi presidi culturali, l’università innanzitutto.

La capacità attrattiva di Matera deve servire alla creazione di una città universitaria, che sia in rete con le altre istituzioni culturali esistenti e con quelle in via di realizzazione: la missione dell’Unibas nella nostra città è ancora lontana dall’esercitare il necessario richiamo per studenti italiani e stranieri.

Penso, ad esempio, al programma del Ministero degli Affari Esteri – “Invest your talent in Italy” – rivolto ai giovani desiderosi di studiare nelle università italiane: Matera ne è tagliata fuori semplicemente perché l’offerta si riduce ad un solo Dipartimento, dei sei istituiti dall’Unibas.

Nella recente visita a Baku, ho potuto avere la diretta percezione di questo limite, in quanto la Repubblica dell’Azerbaijan è uno dei Paesi che incentiva i propri ragazzi a frequentare le università italiane.

Sono convinto che la capacità di attrarre studenti non è solo cruciale per il polo universitario, ma costituisce una formula di abitabilità più di quanto non lo sia il turismo, in grado di rivitalizzare le città, come già avviene, ad esempio, per Perugia, L’Aquila, Trento.

Non si può dire che la situazione sia migliore per quel che riguarda la dotazione infrastrutturale.

La rete di collegamenti strategici ancora ampiamente incompleta frena il decollo definitivo di Matera e di tutta la sua provincia.

E’ necessario – anzi, urgente – che la Regione Basilicata investa sulla realizzazione e il completamento di tutte quelle opere che, per diverse motivazioni, sono tutt’ora delle incompiute:

  • la strada statale Ferrandina-Matera attende ancora il raddoppio; il collegamento ferroviario è probabilmente l’opera più attesa, che darebbe la possibilità alla Città dei Sassi di essere collegata alla direttrice tirrenica dell’Alta Velocità (via Ferrandina-Potenza), a partire da Salerno;
  • il tratto autostradale Matera-Gioia del Colle (che rientra nel progetto Murgia-Pollino) consentirebbe di collegarsi con il porto di Taranto e diventare un nodo intermodale fondamentale nel cuore del Mezzogiorno.

C’è, infine, il tema della gestione delle attività e dei servizi attinenti ai luoghi della cultura.

Non possiamo continuare a perpetrare l’errore di non avere una struttura comunale in grado di gestire il più grande patrimonio e giacimento di ricchezza che la città possiede.

Se la mission della Fondazione Matera-Basilicata 2019 è collegata all’anno da Capitale europea, Matera deve organizzare una struttura cittadina che gestisca i servizi per la tutela del patrimonio culturale, sull’esempio di altre città d’arte italiane come Firenze, Torino o Grosseto.

Ecco, questa potrà essere la città della cultura, dell’umanesimo, della sostenibilità e dell’innovazione!

L’Amministrazione comunale metterà in atto ogni azione utile a realizzare la visione che può generare sviluppo di lungo periodo e cogliere appieno il primato fatto di storia e cultura che abbiamo la fortuna di vantare.

Sfrutteremo i rapporti con il Governo, le relazioni internazionali e presenteremo le giuste istanze in tutte le sedi in cui si renderà necessario farlo, iniziando dal confronto continuo con la Regione Basilicata”.