Si è svolto questa mattina, nel Cineteatro comunale “Gerardo Guerrieri”, il convegno dal titolo “Le vittime dell’odio”, promosso dall’OSCAD (Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori) e organizzato dalla Questura e dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Matera davanti ad una platea composta da quasi trecento studenti.
Al convegno è intervenuto il Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, Prefetto Vittorio Rizzi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori.
L’OSCAD – organismo interforze composto da Polizia di Stato e Arma dei Carabinieri, incardinato presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Direzione Centrale della Polizia Criminale – ha tra i suoi obiettivi la prevenzione e il contrasto dei reati di odio (hate crime) e di matrice discriminatoria, motivati cioè da un pregiudizio che l’autore nutre nei confronti della vittima, in ragione della sua origine etnico-razziale, religiosa, linguistica o della sua disabilità.
A dare il benvenuto agli illustri ospiti ed alla platea, composta da centinaia di studenti, sono stati il Prefetto della Provincia di Matera, Cristina Favilli e il vice Sindaco Antonio Materdomini in rappresentanza del Sindaco.
Il convegno, moderato dal Vice Questore della Polizia di Stato Francesca Romana Capaldo e dalla giornalista materana Rossella Montemurro, ha trattato due argomenti: l’abilismo e la discriminazione di genere.
Per il primo panel sono intervenuti il Tenente Colonnello dell’Esercito Gianfranco Paglia, Medaglia d’Oro al valor militare, e l’Agente Tecnico della Polizia di Stato Emanuele Lambertini, campione paralimpico delle Fiamme Oro nella specialità fioretto e spada, che hanno raccontato la loro esperienza di vita, fonte di grande ispirazione per i giovani studenti presenti tra il pubblico.
Gianfranco PAGLIA, gravemente ferito alla colonna vertebrale nella battaglia di Mogadiscio il 2 Luglio 1993, è tornato a prestare servizio nell’Esercito e ora è anche consigliere ministeriale per le iniziative sportive del personale militare disabile, oltre ad essere capitano della squadra paralimpica della Difesa.
Emanuele Lambertini, medaglia d’oro ai campionati mondiali di Terni 2023, ha raccontato dell’entusiasmo con cui affronta le piccole e grandi sfide della vita; è una persona estroversa e ricca di esperienze, nonostante la giovane età: tra le altre cose, suona il pianoforte dall’età di 12 anni e frequenta la facoltà di Ingegneria dell’automazione presso l’Università di Bologna, coltivando il sogno di progettare, un giorno, nuove protesi.
Un’altra storia di coraggio è quella di Gaetano Fuso, poliziotto della Questura di Matera, colpito dalla SLA, malattia che non gli ha lasciato scampo.
L’ha raccontata la moglie, Giorgia Rollo, che ha spiegato come Gaetano è riuscito a realizzare il suo sogno di rendere il mare accessibile a tutti, anche ai disabili.
Questa idea, che con caparbietà ha saputo realizzare sulla spiaggia di San foca, in provincia di Lecce, è stata contagiosa perché, su quell’esempio, altre spiagge attrezzate inclusive sono state aperte: da ultimo, quella inaugurata l’anno scorso proprio qui a Metaponto, in provincia di Matera.
Il secondo panel è stato dedicato, invece, alla violenza di genere e ha visto gli interventi del Questore di Matera, Emma Ivagnes, del Comandante Provinciale dei Carabinieri, Giovanni Russo, e dell’Assessora alla Cultura, pari opportunità e parità di genere del Comune di Matera, Tiziana D’Oppido.
È stata l’occasione per ricordare che il 25 Novembre scorso, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il Questore e il Comandante Provinciale dei Carabinieri hanno siglato un protocollo con il Comune di Matera e altri attori sociali, con l’obiettivo di “fare squadra” e rafforzare i servizi offerti alle donne, condividendo modalità operative comuni e favorendo una formazione ad hoc per tutti gli operatori che entrano in contatto con le vittime.
Il Colonnello Russo ha parlato dell’impegno dell’Arma dei Carabinieri nella prevenzione e contrasto alla violenza di genere, nonché delle risorse investite nella formazione del personale, nella creazione di strutture investigative ad hoc nella collaborazione interistituzionale, mentre il Questore Ivagnes ha spiegato quali sono gli strumenti a disposizione delle donne per difendersi dalla violenza domestica e dagli atti persecutori, rilanciando l’invito, alle vittime e a chi sia a conoscenza di situazioni di disagio, di rivolgersi alle Forze dell’ordine.
Durante il suo intervento, il Questore si è soffermato sull’Ammonimento, misura di prevenzione finalizzata a prevenire la cosiddetta escalation nella commissione di reati sempre più gravi, ribadendo l’importanza del fattore culturale nella lotta alla discriminazione.
La fiducia nelle Forze dell’ordine, da parte di chi è vittima, è un altro tassello fondamentale nel contrasto a reati così insidiosi: ne ha parlato specificamente il Luogotenente Gianvito De Benedetto, Comandante della Stazione Carabinieri di Matera, punto di riferimento della signora Lucia, vittima, insieme alle sue figlie, di maltrattamenti e stalking da parte del marito, anche lei intervenuta sul palco.
L’empatia e la fiducia instauratesi con la signora, sono state importanti per aiutarla a denunciare i maltrattamenti a cui era sottoposta, raccontando la sua storia di violenze e soprusi durati anni.
La signora Lucia ha raccontato, infine, come sia riuscita a venirne fuori, costituendo, in questo modo, un modello per tante altre donne.
Durante l’evento, inoltre, sono stati proiettati alcuni video e proposti dei monologhi teatrali molto toccanti: “Le parole hanno un peso”, di Tiziano Ferro, è stato interpretato dall’attore Antonello Morelli, mentre la professoressa Rosa Mastrosimone, Presidente del Centro Italiano Antiviolenza “Athena”, ha provato a dare voce a quelle vittime che in vita hanno parlato poco o non sono state ascoltate, con la speranza di infondere coraggio a chi può ancora salvarsi dalla violenza a cui è sottoposta.
Nel finale dell’evento, magistrale l’intervento del Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza con funzioni vicarie, Prefetto Vittorio Rizzi, Presidente dell’OSCAD, il quale, attraverso un percorso di riflessione che ha attraversato storia, filosofia e normativa, ha aiutato i presenti a comprendere quale carico emotivo debbano sopportare le vittime di odio.
Perché l’odio colpisce non solo con azioni visibili, ma spesso, in maniera più subdola, attraverso parole che fanno male, che hanno un peso e che lasciano un segno indelebile.
Si è parlato di discriminazione e di risposta positiva alla sofferenza, dell’impegno portato avanti, tutti insieme, per costruire un mondo sempre più inclusivo, che non lasci fuori nessuno.
Perciò, nel segno dell’ottimismo e della positività, si è voluto concludere il convegno con un intervento del comico Dino Paradiso, che ha fatto ridere ma anche un po’ riflettere.
Il dialogo e la comprensione sono la chiave per superare l’odio e l’intolleranza.
Ecco le foto.