È in pieno svolgimento l’avvincente gioco storico che coinvolge i ragazzi delle classi seconde e la terza F della scuola secondaria di primo grado Nicola Festa di Matera e che ha come obiettivo la scoperta del quartiere Lanera, dove è ubicato il plesso scolastico e dove vive la gran parte dell’utenza.
La classe 3^F, organizzatrice, nei panni di peer educator, sta conducendo un urban game educativo sulla storia del quartiere; i ragazzi hanno vestito i panni e interpretato personaggi del calibro di Piccinato e Friedmann e hanno affrontato prove di abilità, come il gioco della campana, delle biglie e della bandiera Svizzera.
L’attività rientra nel Piano estate dell’IC Minozzi Festa e vede la guida degli esperti di Giallosassi.
La formula del progetto è quella del gioco a tappe, lungo un percorso che tocca luoghi significativi.
I ragazzi osservano con attenzione e ispezionano il quartiere, lo attraverseranno in lungo e largo per svolgere la loro indagine.
Il progetto, in piena continuità con lo studio del territorio che da anni è materia di insegnamento nelle classi a tempo prolungato, si svolgerà poi per tutto l’anno.
Il rione è nato a metà degli anni Cinquanta del secolo appena trascorso ed è uno dei primi quartieri popolari costruiti per accogliere gli abitanti dei “Sassi” tra il 1953 (Borgo La Martella) e il 1960 (Bottiglione) come conseguenza del disegno di legge del 17 maggio 1952 n.619 che dava una concreta attuazione al risanamento dei Sassi.
Il nome “Lanera” ha avuto origine da una varietà di ciliegia selvatica, tipica del posto, di provenienza araba, il Prunus Mahaleb o Ciliegio canino, chiamato volgarmente “Lanera”, dai frutti piccoli, neri e aciduli.
In passato la zona di Lanera era attraversata da un ricco canale d’acqua che partiva dalle spalle dell’ex colonia elioterapica e arrivava in centro a rifornire le cisterne situate tra il Palazzo della Provincia e Piazza Vittorio Veneto.
L’acqua dei pozzi di Lanera, secondo le testimonianze degli anziani, era freschissima e leggera e sempre secondo queste testimonianze la maggior parte dei pozzi erano situati proprio sotto la nostra scuola.
Gli antichi materani avevano un certo fiuto nel cercare l’acqua; facevano affidamento sulle piante e dove vedevano prosperare il giunco, l’equiseto, la canna domestica e il farfaro, scavavano i pozzi.
I ragazzi, nell’ambito degli obiettivi di Educazione Civica e dell’Agenda 2030, organizzati per classi, durante tutto l’anno scolastico faranno una lista con recensione dei beni architettonici, di quelli storici, analizzeranno i passaggi storici che hanno dato la fisionomia attuale al rione, la vegetazione, i parchi, la toponomastica, la composizione sociologica della popolazione che oggi lo abita.
È di grande rilevanza formativa conoscere gli spazi che abitiamo e renderli sempre più belli e pieni di vita.
Ecco le foto.