Il segretario generale Fials Matera, Gianni Sciannarella e il segretario aziendale Fials Matera, Marco Bigherati, in una nota fanno il punto sulla petizione avviata nella città dei Sassi per contestare la riforma della Sanità lucana che il governo regionale vorrebbe approvare e rivolgono dieci domande all’assessore regionale Leone.
Di seguito la nota integrale:
“Prosegue spedita la protesta sulla legge di riordino della Sanità lucana promossa dalla Fials Matera e dalle associazioni aderenti tra le quali ricordiamo l’associazione “infrastrutture e mobilità” di Leonardo Bia e l’associazione Aps Adamo e sostenuta da oltre 4400 cittadini iscritti al gruppo “La sanità materana non si tocca” e dalle tante attività commerciali che stanno aderendo alla petizione.
Intanto nella giornata di sabato 18 luglio in piazza Vittorio Veneto a Matera c’è stato il primo banchetto per la raccolta firme organizzato dal Movimento 5 stelle di Matera.
All’iniziativa ha partecipato, insieme ad una delegazione della segreteria Fials Matera, anche il sottosegretario Mirella Liuzzi.
Oltre 300 cittadini hanno firmato nel giro di poche ore e si sono aggiunti ai 1500 firmatari della petizione online.
Ringraziamo tutti per l’impegno che ci stanno mettendo per sostenere la nostra iniziativa che punta a chiedere alle istituzioni di abbandonare l’idea di una riorganizzazione del sistema sanitario regionale così come scritto nella bozza che circola e che l’assessore regionale alla salute promuove insistentemente sui media e sui social.
Abbiamo ascoltato quello che l’assessore rocco Leone ha dichiarato agli organi di informazione ma sinceramente non ci pare di capire come questa proposta possa rilanciare in maniera seria la Sanità materana, anzi più ascoltiamo l’assessore più ci sorgono dubbi.
Non capiamo perché separare gli ospedali dal territorio quando invece bisognerebbe andare verso una integrazione ospedale-territorio. Secondo noi mettere dei confini netti tra ospedale e territorio creerà comparti stagni che non serviranno a dare ai cittadini le risposte di salute che meritano.
Noi chiediamo due aziende di tipo misto, una a Matera e una a Potenza, che sappiano integrare le esigenze del territorio con le esigenze degli ospedali e che facciano rete tra di essi.
Bisogna unire, non separare gli ospedali dal territorio altrimenti non si potrà dare ai cittadini le risposte che invece meritano.
Chiediamo che le risorse che dovrebbero essere spese per creare una inutile Facoltà di Medicina possano servire per investire e portare nei nostri ospedali professionisti di alto profilo che servono per invertire il trend della emigrazione sanitaria.
Vorremmo che la riforma puntasse sugli infermieri di famiglia e sulle case per la salute da dislocare su tutto il territorio regionale.
Questa è la Sanità che vogliamo vicina al cittadino e che rilanci i territori e gli ospedali periferici che oggi sono abbandonati.
L’esperienza della divisione tra ospedale e territorio è stata ampiamente sperimentata a Potenza con Aor San Carlo e Aps e non ci sembra abbia dato risultati importanti, quindi andrebbe utilizzato il modello Matera dove integrazione ospedale-territorio esiste da sempre.
Ora rivolgiamo dieci domande all’assessore regionale Leone che meriterebbero risposte.
1) In uno scenario nazionale in cui i medici specialisti scarseggiano sempre più e vengono contesi da tutti gli ospedali, ritiene realmente che alcuni dei più qualificati accetterebbero di venire in Basilicata per una vita di quotidiano nomadismo da un ospedale all’altro?
2) La difficoltà suddetta non crede si possa moltiplicare se si pensa che intere équipe (operatore, aiuto, anestesista, ferrista) dovrebbero spostarsi, perché l’efficacia degli interventi dipende spesso dall’affiatamento dei componenti di un gruppo operatorio?
3) Una volta insediato nel suo ruolo, con quale voce contrattuale un primario può essere obbligato a vagare per la regione senza fissa dimora, mettendo anche a repentaglio se stesso su strade spesso non delle migliori?
4) Interventi di livello oltre la mano esperta, spesso richiedono strumentazione sofisticata e costosa che teoricamente andrebbe moltiplicata e acquistata nelle varie sedi. Siccome questo non avverrà per ovvi motivi di spesa, è altrettanto ovvio che gli interventi di livello verranno accentrati nelle sola sede idonea e questo giustificherà ulteriormente il fermo del primario nella sede unica di Potenza. Delegherà quindi qualcuno di fiducia a sbrigare la routine periferica di piccola chirurgia e questo non ridurrà questi presidi alla stregua di poliambulatori?
5) Sa sicuramente meglio di me che Matera e la sua provincia sono tristemente in testa alla graduatoria nazionale dell’emigrazione sanitaria pubblicata dal Sole 24ore, e non crede che questo ulteriore declassamento dell’ospedale cittadino provocherà ulteriore sfiducia nella credibilità delle cure in loco, incrementando ulteriormente la fuga?
6) Ci verrà detto che a Potenza possiamo trovare ottime cure, ma perché il cittadino materano si deve sobbarcare 100 chilometri per ogni prestazione, quando a pochi chilometri possiamo contare su buoni ospedali come il Miulli o le strutture baresi? Senza contare che per i problemi importanti della salute chiunque è in condizione di farlo non sta a guardare le distanze e sceglie di trasferirsi in tutta Italia.
7) All’opposto non crede che, se l’Ospedale di Matera disponesse di qualche nome di richiamo, potrebbe diventare un significativo polo di attrazione per la consistente popolazione murgiana che già lo fa là dove trova motivazioni valide, contribuendo alla riduzione del deficit di 46 milioni che abbiamo nei confronti di altre regioni?
8) In questo momento di caos totale provocato dal Covid che ha allungato all’infinito le liste di attesa, crede proprio sia il momento giusto per affossare definitivamente l’Ospedale di Matera, o piuttosto è il caso di impegnarsi nell’assunzione di medici ed infermieri che in periferia vengano incontro alle necessità più impellenti della popolazione? Non crede che sia questa l’urgenza avvertita maggiormente, perché viviamo un momento di assoluto deficit di prestazioni specialistiche e non?
9) Questa prossima facoltà di Medicina programmata a Potenza non crede sottrarrà ulteriori ingenti risorse alla Sanità lucana, con vantaggi tutti da dimostrare, e creerà pericolosi dualismi tra i docenti tranquillamente insediati nelle loro cattedre ed i primari girovaghi così come da lei ideati e di cui non mi pare ci siano al momento precedenti in Italia?
10) Concludo segnalando la mia impressione che questo progressivo accentramento nel capoluogo regionale della spesa regionale e sordo a quanti richiedono almeno un parziale riequilibrio, contribuirà ulteriormente e fortemente alla disgregazione della Basilicata facendo sentire i cittadini materani di serie B e spingendo molti a guardare altrove. Il danno sarebbe per tutti, o no?
Per la Sanità ci vogliono investimenti, non promesse e slogan elettorali, aspettiamo ancora la Radioterapia promessa da oltre un anno.
Vorremmo ascoltare il presidente Vito Bardi per sapere cosa ne pensa, intanto invitiamo tutti i cittadini ai banchetti che si terranno domenica 19 luglio in piazza Vittorio Veneto a Matera per sostenere la nostra petizione.
Perché solo uniti si vince”.