Matera, rischio chiusura biblioteca Stigliani: “In questo momento discutere di rilancio o altro è solo fuffa preelettorale”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa congiunto di CGIL MEGA DICUIA, CISL BOLLETTINO, UIL, FP CGIL CRISTALLO COPPOLA, CISL FP BOLLETTINO e UIL FPL sul rischio chiusura della biblioteca Stigliani.

Scrivono i sindacati:

“Secondo l’ultimo censimento ISTAT, in Italia sono 7.425 le biblioteche pubbliche e private, statali e non statali, aperte al pubblico (sono escluse quelle specialistiche).

Due biblioteche su tre sono civiche, mentre la restante parte sono biblioteche appartenenti a enti ecclesiastici o associazioni private.

I dati, riferiti al 2019, dicono anche che il 58,3% dei Comuni gestisce almeno una biblioteca: se ne calcolano in media 3 ogni 100 chilometri quadrati e 1 ogni 8.000 abitanti.

Purtroppo, in quasi 3.000 Comuni italiani non c’è ne neanche una, la maggior parte di questi Comuni sono nel Mezzogiorno.

Dati preliminari utili, ciò detto, veniamo al dunque.

In questi giorni tiene di nuovo banco l’eterna questione relativa alla Chiusura della Biblioteca “Tommaso Stigliani” di Matera.

In non pochi si sperticano a produrre proposte le più varie e stravaganti, senza né capo né coda circa un possibile rilancio.

Intanto, se la Regione non stanzia le risorse necessarie la biblioteca rischia di chiudere.

Le ultime due proposte in ordine di tempo fanno capo al Sindaco di Matera che è anche Presidente della Fondazione Basilicata Matera 2019 e ad un esponente regionale.

Il Sindaco, parole di questi giorni, ha detto: “ho voluto che nel progetto dei Presìdi culturali e del rilancio delle biblioteche delle aree interne gestito dalla Fondazione, venisse aggiunta anche la Biblioteca provinciale di Matera per cercare di rilanciarla”.

Mah! Vorremmo capire quali sono le competenze in materia di biblioteche che detiene la Fondazione, un organismo a tempo, che ha adempiuto alla sua missione è che nulla a che vedere con le biblioteche.

Qui apriamo una piccola parentesi.

Non dimentichiamo che la biblioteca è centrata su libri e lettura, nonché su servizi come il prestito, tutti fondamentali.

Proprio perché centrata sul libro e la lettura, è anche luogo di incontro per la comunità.

Una visione cosiddetta “innovativa” della biblioteca, che recentemente traduce le esigenze di rinnovamento provenienti dalla società, chiede alla biblioteca di proporsi come presidio attivo di cultura, aperto alle istanze del territorio.

Da questo assunto discende anche l’esigenza ancor più forte di maturare competenze professionali affidabili.

Si tratta di fattori essenziali per l’evoluzione delle biblioteche in termini di infrastrutture locali propositive e attrattive.

Decisive diventano le competenze necessarie, specifiche per accogliere e offrire servizi tradizionali e nuovi.

Vietato improvvisare.

Occorre prima consolidare l’esistente e, poi, puntare a nuovi servizi.

Tra l’altro, per quale motivo la Regione dovrebbe trasferire le risorse alla Fondazione e non direttamente alla Provincia, visto che sono pur sempre risorse regionali?

Ad ogni buon modo, questa è solo l’ultima proposta in ordine di tempo da parte di Bennardi in merito alla biblioteca.

Andando a ritroso nel tempo ricordiamo che nel gennaio del 2022 aveva candidato la biblioteca Stigliani a biblioteca Nazionale, non contento ne aveva avanzata un’altra che consisteva in una intesa tra Comune, Provincia e Regione per gestire e rilanciare la biblioteca Stigliani.

Di entrambe si sono perse le tracce.

Adesso viene fuori questa ennesima e stravagante proposta.

Ma c’è un’altra discutibile proposta avanzata, a quanto pare, da un esponente regionale.

Prevede uno sportello a servizio degli imprenditori da collocare all’interno della Biblioteca.

Lo ricordiamo a noi prima che all’esponente regionale che ha avanzato questa proposta, in realtà, esistono già due enti preposti a questo compito: la Camera di Commercio e, aspetto ancora più calzante, il Consorzio industriale che, tra l’altro, è una emanazione diretta della Regione.

Di seguito proponiamo quello che la Regione dovrebbe fare nell’immediato per risolvere la questione:

1. Confermare gli impegni presi stanziando le somme annunciate, pari a 1 milione e 300 mila euro, confermate sia da Bardi che dal dirigente responsabile dell’ufficio di Programmazione;

2. Procedere alle assunzioni a tempo determinato per coprire i vuoti nell’organico della Biblioteca, un’operazione possibile nell’immediato.

Le norme in materia di pubblico impiego prevedono ben quattro tipologie di rapporti di lavoro flessibili: due previsti dal CCNL Funzioni Locali (contratto di lavoro a tempo determinato e contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato) a cui si vanno ad aggiungere quelli attualmente previsti dall’articolo 3-ter del decreto-legge 22 aprile 2023, n. 44, convertito con modificazioni dalla legge 21 giugno 2023, n. 74 (contratto a tempo determinato di apprendistato e contratto a tempo determinato di formazione e lavoro).

Quindi ci sono tutte le condizioni per intervenire nell’immediato, è solo questione di volontà politica.

In prospettiva:

a) Portare a compimento il processo di trasferimento delle deleghe previsto dalla legge Del Rio (unica regione in Italia a non averlo fatto);

b) Procedere ad una nuova programmazione del Piano di assunzione triennale della Regione e inserire le figure professionali necessarie a coprire i vuoti nell’organico della biblioteca.

Questo occorre fare, non altro.

Discutere di rilancio o altro è solo fuffa preelettorale“.