Si ritorna a parlare delle condizioni delle carceri lucane e questa volta riguarda quello di Matera, che Sabato pomeriggio, verso le 14:00, è stato interessato da una violenta rissa tra detenuti tarantini contro quelli baresi, sviluppatasi all’interno dei cortili, per motivi ancora in fase di accertamento.
A darne notizia è il Segretario Regionale del SAPPe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – della Basilicata Saverio Brienza, che continua:
“Una delle ipotesi più accreditata è quella che la tensione creatasi ultimamente nel carcere di Matera è probabilmente dovuta alla numerosa presenza di detenuti di origini pugliesi, in conflitto tra loro per diverse ragioni, ma soprattutto dalla prepotenza di voler predominare ed avere la supremazia all’interno dell’Istituto penitenziario.
Ad ogni modo dalla ricostruzione dei fatti sembrerebbe che i detenuti tarantini abbiano avuto la meglio sui baresi, tanto che fortunatamente per questi ultimi, fortemente colpiti da bastoni ricavati da oggetti che normalmente vengono consentiti all’interno del Carcere, sono stati sottratti durante le percosse dal personale di Polizia Penitenziaria prontamente intervenuto e che è riuscito a sedare l’evento critico seppur riportando conseguenze alla salute ancora in attesa di accertamenti”.
Il sindacato più rappresentativo dei “Baschi Azzurri”, si interroga su:
“quali basi il Ministero della Giustizia e quindi l’Amministrazione Penitenziaria vogliono porre in essere le condizioni più ideali per la gestione dei detenuti, nel momento in cui anche le carceri lucane sono divenute delle vere e proprie giungle a causa del noto sovraffollamento, oppure a causa della eccessiva promiscuità dei reclusi tra stranieri e italiani, tra soggetti appartenenti a diverse frange criminali oltretutto anche in conflitto tra loro, con numerosi detenuti che soffrono di patologie psichiatriche, in strutture fatiscenti e senza le necessarie condizioni di sicurezza sia strutturali che strumentali.
Il SAPPE ogni giorno registra eventi che accadono a causa delle gravi carenze di un sistema assolutamente fallimentare e chi ne fa le spese è sempre e solo la Polizia Penitenziaria, costretta a sobbarcarsi la violenza di detenuti che non hanno nulla da perdere e che la fanno da padroni in un contesto penitenziario che negli ultimi anni è stato troppo “ammorbidito” da una politica, che invece di ascoltare la voce di chi lavora nelle carceri 24 ore al giorno ha voluto dare più attenzione alle pretese assurde di Associazioni e Garanti dei detenuti.
La questione di Matera dovrebbe far riflettere l’Amministrazione Penitenziaria , traendone le dovute considerazioni per cominciare a progettare un sistema dell’esecuzione penale delle carceri diverso, più funzionale, più sicuro, ma soprattutto incrementando il personale di Polizia Penitenziaria che allo stato attuale, al di là di quello che pensa il Sig. Ministro che lo ha drasticamente ridotto con un D.M. del 2 ottobre scorso, a parere di questa Organizzazione Sindacale è assolutamente insufficiente, e se oggi non è scappato il morto è solo grazie all’instancabile sacrificio dei Baschi Azzurri”.
Saverio Brienza, nel concludere, plaude all’azione svolta dal personale di Polizia Penitenziaria di Matera per essere riuscita a sedare la violenta rissa senza conseguenze irreparabili.
Infine il segretario ha concluso:
“Mentre la politica lotta per accaparrarsi poltrone, il Comparto Sicurezza è in ginocchio ed in particolare la Polizia Penitenziaria, sempre più poca e sempre più sola, e lotta per gestire l’inferno delle carceri!”.