“Bene ha fatto il Comune di Genzano a costituirsi in giudizio presentando ricorso al Tar del Lazio per l’annullamento della proposta del CNAI (Carta Nazionale aree idonee) in cui realizzare il deposito nazionale di scorie nucleari.
Chiediamo pubblicamente alla Regione Basilicata, alla Provincia di Matera, di Potenza e agli altri Comuni interessati da queste aree di attivarsi con urgenza anche loro in giudizio per l’annullamento della CNAI, cosi da rappresentare integralmente gli interessi generali di un territorio che dobbiamo difendere contro lo sviluppo distorto.
Il Governo e gli organi di controllo purtroppo non hanno garantito la corretta procedura sulla consultazione per l’individuazione delle aree idonee in cui realizzare il deposito delle scorie nucleari.
La Sogin ha gestito il processo senza il rispetto delle norme sulla partecipazione trasparente dei soggetti interessati.
Principi per noi fondamentali che rivendichiamo dalla civile protesta di Scanzano del 2003 e non devono essere derogati.
Non sappiamo perché la Sogin teme la trasparenza?
Ugualmente noi pretendiamo delle risposte.
Vogliamo conoscere i motivi per cui le osservazioni presentate nell’ambito della procedura per l’esclusione della Basilicata tra le aree per ospitare il deposito nucleare non sono state considerate valide.
Ricordiamo che le centinaia di osservazioni furono presentate da una pluralità di soggetti rappresentanti di tutte le categorie attive sul territorio Lucano: Regione Basilicata, quasi tutti i Comuni lucani, Ordini professionali, Associazioni ambientaliste e Sindacati del settore agricolo”.
Cosi in una nota Pasquale Stigliani, portavoce dell’Associazione Antinucleare ScanZiamo le Scorie, nata nei giorni della “protesta civile di Scanzano” del 2003.