Matera, terribile incendio in provincia: “danneggiato per l’80% ulivi anche secolari”. La denuncia

L’incendio che venerdì scorso ha colpito una vasta area agricola del territorio di Grassano (MT) – la zona Molino/Depuratore – Fosso dei Lupi – con molta probabilità di natura dolosa, per oltre 40 ettari, ha interessato e danneggiato per l’80% ulivi anche secolari e prodotto danni consistenti al paesaggio della collina materana.

Solo il prezioso lavoro delle squadre dei Vigili del fuoco di Ferrandina (MT) e Matera e i velivoli della flotta area del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco ha evitato conseguenze ancora più devastanti.

L’Oprol – organizzazione produttori olivicoli lucani – associata a Cia-Agricoltori, in una nota a firma del presidente Paolo Colonna, sottolinea con grande preoccupazione che purtroppo non è la prima volta di un incendio in questo comprensorio e che siamo appena all’inizio della stagione estiva e che quindi bisogna adottare ogni tipo di prevenzione:

“La tutela del territorio, in quest’area caratterizzata principalmente dall’olivicoltura richiede un monitoraggio attento e rafforzato ad opera di forze dell’ordine e personale addetto alla forestazione soprattutto perché la siccità prolungata espone l’area a maggiore rischio incendi.

Diventa indispensabile predisporre azioni di avvistamento tempestivo per garantire il più veloce intervento di spegnimento delle fiamme.

L’Oprol evidenzia che l’olivicoltura della collina materana che rappresenta una delle qualità della produzione di extravergine lucano, come accade nel resto della regione, sta attraverso una fase di difficoltà che si ripercuote direttamente sulla redditività degli olivicoltori.

Non possiamo consentire che ad accrescere le problematiche del comparto si aggiungano anche gli incendi come quello recente sul quale sollecitiamo veloci e scrupolose indagini delle forze dell’ordine per accertare responsabilità”.

La Cia-Agricoltori della provincia di Matera ribadisce che:

“nel Progetto “Il Paese-la Basilicata che vogliamo” sono affidati ai nostri agricoltori compiti significativi di “custodi del territorio” anche a salvaguardia dei beni paesaggistici e naturalistici.

Il territorio “agrario” e cioè quello che rimane ad oggi ancora allo stato “naturale” o semi-naturale costituisce anche gran parte del patrimonio paesaggistico e denota una forte identità fatta di usi, costumi, tradizioni, culture del paesaggio italiano.

Questo territorio convive con una delle maggiori risorse nazionali che è il turismo: agricoltura di qualità e turismo culturale, non standardizzato o di massa, costituiscono un potenziale enorme per il nostro Paese se concepite in una logica di sistema.

Purtroppo il consumo di suolo non è dovuto solo a costruzioni residenziali e produttive, ma anche ad incendi che distruggono superfici agrarie notevoli (a vie di comunicazione eccetera) in Italia si attesta, nel 2019, intorno ai 5.000 ettari (5.186), in lieve crescita (+1,9%) rispetto all’anno precedente.

Il rapporto ISPRA 2019 registra che in termini di incremento percentuale, i valori di consumo di suolo più elevati sono in Abruzzo (+0,51%), Basilicata (+0,47%) e Veneto (+0,41%).

Secondo il rapporto del sistema nazionale di protezione dell’ambiente il Suolo consumato in ettari (2018) a livello comunale (primi tre comuni per ogni regione) vede per la Basilicata il suolo consumato a Potenza e Matera nel 2018 in ettari pari a: Potenza= 1884 ha mentre a Matera 1880 ettari“.

Dalla Cia-Agricoltori Basilicata spiegano:

“La parola d’ordine deve essere prevenzione, non più emergenza basta azioni spot nate a seguito dell’ultima tragedia.

Nel nostro progetto, che vogliamo sottoporre a Istituzioni nazionali e locali, ci sono le linee guida per un reale cambio di marcia”.

Si parte dall’immediata messa in sicurezza dei territori più a rischio e da un’attenta programmazione per il futuro, che deve partire dalle aree interne.

Urgenti, poi, reali politiche di governance del territorio: dallo sviluppo di verde urbano e bioedilizia alla valorizzazione del presidio degli agricoltori, lavorando per contrastare il consumo di suolo, l’abbandono e lo spopolamento delle aree rurali e marginali, e salvaguardando il patrimonio boschivo.