L’On. Gianluca Rospi, in un comunicato ufficiale, dichiara:
“Trovo inaccettabile che il Comune di Matera non metta in campo una misura straordinaria per prorogare i contratti dei lavoratori che hanno prestato servizio per l’Amministrazione Comunale, assunti con l’art.1 comma 346 della L. 208/2015 per l’attuazione dei programmi previsti per il 2019 ed in scadenza di contratto al 31 marzo 2020.
Si tratta di ben 41 professionisti, che hanno messo a disposizione le loro competenze e professionalità al servizio dell’evento più importante per Matera, per la Basilicata e per l’Italia intera, con l’intento di garantire la progettualità, l’esecuzione e la rendicontazione di tanti straordinari lavori per la città dei Sassi, ponendosi come valido aiuto per tutti i settori dell’ente, sopperendo ai pensionamenti e alla carenza di personale che, negli ultimi mesi, hanno lasciato scoperte numerose postazioni, sguarnendo gli uffici già sofferenti.
Come sottolineato lo scorso 22 Dicembre, il Cdm ha inserito nel decreto milleproroghe le mie richieste, avanzate nella mozione presentata alla Camera nel mese di novembre a mia prima firma, relative alla proroga fino al 31-12-2020 del regime speciale inerente i contratti di lavoro del personale del Comune, che in quel periodo, e fino a qualche giorno fa, gestiva le opere relative al ruolo di Matera Capitale Europea della Cultura.
Si tratta di proroghe fondamentali per dare continuità al buon lavoro svolto finora da personale che, tra l’altro, è stato formato di recente per poter operare in smart working, causa pandemia coronavirus, ma che di fatto ha lavorato da casa soltanto per 4 giorni.
La proroga, fondamentalmente, permetterebbe di porre le basi per raggiungere nuovi risultati importanti per il territorio e il Paese, e non riesco a comprendere perché l’amministrazione comunale materana continui a tentennare sulla adozione del necessario provvedimento.
Urge pertanto intervenire immediatamente per non vanificare l’ottimo lavoro svolto e al fine di evitare conseguenze non solo negative in termini occupazionali per i suddetti lavoratori, ma anche le eventuali ricadute organizzative in termini di carichi di lavoro per i dipendenti a tempo indeterminato (per la maggior parte prossimi alla pensione) e per i numerosi disservizi conseguenti”.