Il consiglio comunale di Matera, ha approvato all’unanimità dei presenti (28 voti), la mozione promossa dai consiglieri del gruppo di maggioranza Psi più altri (Gianfranco De Palo, Tiziana De Palo, Lucianna Stigliani, Pasquale Doria, Marina Susi, Francesco Lisurici, Emanele Pilato, Carmine Alba e Michele Paterino), con la quale si impegna la Giunta comunale a promuovere l’istituzione della Zona franca energetica (Zfu) in Basilicata, “attraverso ogni forma di democrazia diretta”.
La mozione indica, in particolare, incontri ufficiali alla presenza di parlamentari e rappresentanti del Governo nazionale.
Dopo la lettura del testo della mozione da parte del consigliere Gianfranco De Palo, è intervenuta l’assessore alla Zona energetica speciale (Zes), Angela Mazzone, e il sindaco Domenico Bennardi, che già nelle scorse settimane, con l’assessore alle Attività produttive Lucia Gaudiano, avevano promosso un incontro pubblico alla presenza del professor Aldo Berlinguer, ex assessore regionale pioniere e ideatore della Zona franca energetica per la Basilicata nel lontano 2014.
Ha sottolineato Mazzone:
“Si tratta di un adempimento importante in vista della prossima istituzione della Zes Unica estesa a tutto il Meridione, dal prossimo 1 gennaio 2024.
Infatti, la nuova conformazione della Zes andrà ad annullare i confini geografici fra otto regioni del Sud.
Quindi noi abbiamo la necessità di rendere il territorio lucano più attrattivo, dovendo rendere le nostre piccole e medie imprese competitive con grossi gruppi.
Dobbiamo fare leva su strumenti come la Zfu, un progetto vecchio di 9 anni rimasto fermo in un cassetto di via Anzio, oggi sposato da ben 115 su 131 Comuni lucani, che sentono la necessità di attivare questi vantaggi fiscali in un periodo storico di rincari di carburante e beni di prima necessità.
Con la Zfu si creerebbero vantaggi per famiglie, imprese e consumatori“.
Secondo Bennardi:
“le Zone franche in generale sono opportunità per i territori, ma quella energetica ha una particolare valenza in Basilicata, perché trasforma il vulnus ambientale delle estrazioni di petrolio, in opportunità di attivare investimenti, capitali, lavoro e aziende.
Si va a riequilibrare i casi di chiusura o delocalizzazione di aziende, attraverso una fiscalità agevolata su prodotti di consumo legati al petrolio.
Si stima un risparmio tra il 15 e il 20% sul consumo, abbattendo i costi di energia e trasporto, ma anche con una fiscalità adeguata alle necessità dei nostri Comuni che soffrono lo spopolamento”.