“Le inefficienze della filiera dell’uva da tavola stanno mettendo in crisi un comparto strategico per l’agricoltura lucana ed italiana, danneggiano esclusivamente agricoltori e consumatori.
Le aziende lamentano una remunerazione che non copre i costi di produzione.
Sui mercati ortofrutticoli del Metapontino, dove si concentra la stragrande produzione lucana di uva da tavola di grande qualità, come quella pugliese, secondo i dati ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare), al primo Novembre scorso, la qualità “Italia” ha quotazioni da 0,50 a 0,65 euro/Kg e la qualità più comune da 0,43 a 0,50 euro al Kg“.
A sottolineare l’andamento della campagna è la Cia-Agricoltori di Matera che, nella nota da essa stessa sottoscritta, aggiunge:
“L’uva da tavola ha come canale unico di sbocco gli scaffali della Grande Distribuzione Organizzata, dove arriva con un ricarico vertiginoso, attestandosi in media sui 3,50 euro che in taluni casi possono diventare 6,00 euro.
Vale a dire, fino a 10 volte di più di quando riconosciuto all’azienda agricola, che lavora sottocosto e senza un giusto compenso rischia il collasso.
Molto spesso i produttori sono costretti a lasciare sulle piante i prodotti del loro lavoro.
A complicare i problemi che depauperano la redditività della nostra viticoltura, c’è il calo strutturale dei consumi di uva da tavola.
Gli ultimi dati Ismea relativi al periodo Luglio 2018 – Giugno 2019 indicano una contrazione della spesa del 9%.
Sono cambiati i gusti dei consumatori: in Italia l’uva da tavola è percepita come un prodotto di qualità e non premia più l’uva convenzionale, premia il prodotto extra e innovativo.
Prosegue poi, il trend di crescita dei consumi di uva seedless, soprattutto tra le giovani generazioni, anche se l’apprezzamento italiano resta lontano dai livelli di gradimento di altri Paesi europei.
Anche in Italia il consumatore di uva da tavola sta diventando, dunque, più esigente, sta crescendo l’attenzione al packaging (confezione di un prodotto), studiato, per single o per coppie.
L’attenzione va posta sulla tutela delle produzioni di grande qualità del Metapontino che nel giro di dieci anni sono passate da 192.000 quintali del 2008 (per una superficie di 820 ettari) a 120.500 quintali del 2018 (con una superficie dimezzata, di 474 ettari).
In provincia di Potenza sono solo 11 gli ettari di coltivazione per una produzione di 2.900 quintali“.
Cia-Agricoltori Italiani ritiene, dunque, indispensabile riprendere il dialogo con la Gdo (Grande distribuzione organizzata) per neutralizzare le troppe speculazioni ed impedire le inefficienze lungo la filiera, che pesano solo su produttori e consumatori.
Cia-Agricoltori Italiani ritiene anche necessario sostenere e stimolare il consumo di prodotto italiano e chiede al Ministro Teresa Bellanova di dare maggior vigore alla campagna di promozione.