In vista della riunione del Consiglio giustizia e affari interni di Lussemburgo, nel corso di un’audizione presso le Commissioni Affari Costituzionali e Politiche Europee di Camera e Senato la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha specificato che:
“gli accordi di Malta costituiscono certamente un atto di indirizzo e un progetto pilota della durata di sei mesi, che ha bisogno di essere rivisto ad una scadenza per essere migliorato, ma ha posto dei paletti importanti.
Se è vero, infatti, che il principio di rotazione dei porti come luoghi sicuri è su base volontaria, la ripartizione di quanti arrivano in Europa diventa obbligatoria con il loro collocamento nei diversi Stati europei entro 4 settimane dall’arrivo.
Questo è un avvio, un percorso lungo visto che per ora sono solo 4 gli Stati che hanno aderito ma non di meno si tratta di un passo importante per una nuova e rinnovata politica comune anche in tema di immigrazione.
Per questo non uso toni trionfalistici ma sono convinta che si tratta di una base di lavoro importante.
Anche per quanto riguarda la rotazione dei porti pur essendo questa su base volontaria, rappresenta un passo in avanti.
È caduto un tabù.
È vero, è su base volontaria, ma la sola possibilità di prevederlo non era per nulla scontata, anche questo è un grande risultato”.