Il prossimo 29 maggio, la Chiesa Madre di Montescaglioso festeggerà il bicentenario della sua consacrazione.
Era, infatti, il 29 Maggio 1823, giorno del Corpus Domini, quando fu consacrata l’attuale Chiesa Madre, terza sede della Parrocchia le cui origini sono medioevali.
La prima Chiesa Madre era identificabile con la chiesa di San Giovanni Battista ed è citata come antica sede della Parrocchia con la chiesa di patronato Comunale.
L’edificio fu demolito negli anni 1911 – 12 per ricavare l’omonima piazza.
Sono superstiti il campanile, ora torre dell’Orologio, tre cappelle sotto il palazzo Cifone ed un frammento di acquasantiera in un angolo della piazza.
La seconda Chiesa Madre, invece, era intitolata ai Santi Pietro e Paolo e fu eretta in epoca imprecisata al centro del paese che nei secoli XI – XII, si era molto sviluppato.
La chiesa era a tre navate: le laterali coperte a volta e la centrale con orizzontamento in legno.
L’ingresso principale era rivolto ad ovest e l’altare maggiore, rifatto nel 1727, ad est.
Aveva la sacrestia e un grande campanile e all’interno, cappelle ed altari eretti dalle principali famiglie del paese.
Nel 1776 crolla parte di una navata laterale della chiesa.
L’Università e il clero, allora, decidono di abbattere l’edificio e costruire una nuova chiesa nello stesso sito.
La Parrocchia fu momentaneamente trasferita nella chiesa di San Giovanni Battista e, dal 1778 al 1823, nella chiesa di Sant’Agostino.
Il progetto fu redatto dall’ingegnere Giovanni Cervelli di Bitonto ed il 14 Maggio del 1780, Don Camillo Cattaneo, Canonico della Cattedrale di Napoli e primogenito del Marchese Antonio Cattaneo pose la prima pietra.
La vicenda della ricostruzione è narrata in un manoscritto di un esponente della “Deputazione”, il medico Domenico Gatti che descrive la chiesa vecchia, buia, umida e ammorbata da “aria mefiticosa” prodotta da innumerevoli sepolture.
Furono acquistate alcune case ed occupata parte di una strada, l’attuale via Vespucci, che impedivano una maggiore lunghezza dell’edificio e la costruzione del coro e del transetto.
Gran parte della struttura fu terminata tra il 1808 ed il 1816 e gli apparati di stucco tra il 1817 ed il 1820.
La nuova quadreria fu opera del veneziano Giovanni Donadio.
Le grandi famiglie del paese, tra il 1819 ed il 1822, sostennero i costi per altri dipinti e gli altari secondari.
Il Marchese Ferdinando Cattaneo donò quattro grandi tele, quelle poi attribuite a Mattia Preti e i quadri degli Apostoli e degli Evangelisti.
L’altare maggiore fu acquistato dalla chiesa dei Gesuiti di Sessa Aurunca grazie all’intermediazione del Marchese Cattaneo.
La balaustra fu realizzata dai Conti Galante che apposero sull’opera lo stemma del casato. Le due acquasantiere della navata centrale furono acquistate a Napoli ed i sontuosi lampadari, furono regalati dal Marchese Cattaneo e dal Principe Filomarino della Rocca marito della Marchesina Rosa, unica figlia di Don Ferdinando.
Il battistero fu ricavato dalla parte inferiore di un’antica fontana esistente nella ex chiesa dei Benedettini.
Il 29 Maggio del 1823 nel giorno del Corpus Domini, il clero con l’Arciprete Don Vito Antonio Contuzzi, presenti il “popolo tutto” e le autorità capeggiate dal Sindaco Giuseppe Mianulli presero possesso della nuova chiesa il cui patronato era del Comune.
Fino al 1825 furono completati il pulpito, i “bussoloni” e le gradinate esterne.
Dopo qualche anno nella nuova chiesa, che non aveva subito particolari danni dal terremoto del 1826, si manifestarono significative criticità, soprattutto in seguito ai danni provocati dal grave terremoto del 16 Dicembre 1857, prima, e del 23 novembre 1980, poi.