Dovrebbero tornare i buoni spesa erogati dal Comune per sostenere le famiglie in difficoltà.
Come riportato su Today ecco come funzionano e chi ne avrà diritto:
“Il testo non è stato ancora pubblicato in Gazzetta ufficiale, ma nella bozza in circolazione si legge:
‘Al fine di consentire ai comuni l’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare, è istituito nello stato di previsione del ministero dell’Interno, un fondo di 400 milioni di euro nel 2020, da erogare a ciascun comune, entro sette giorni dall’entrata in vigore del presente decreto legge'”.
Afferma il presidente della Commissione Politiche Ue del Senato, Dario Stefàno, che nei giorni scorsi aveva richiamato l’attenzione del governo chiedendo con forza la riprogrammazione di questa misura:
“Si tratta di una risposta puntuale e precisa all’invito fatto al governo di provvedere a rifinanziare, nel più breve tempo possibile, una misura, quella dei buoni spesa, che aveva già manifestato la sua forte efficacia nella scorsa primavera.
I Comuni potranno distribuire questi aiuti alle famiglie e a quanti si trovano in difficoltà in ragione della pandemia.
Continuiamo a onorare l’impegno morale di non lasciare nessuno da solo”.
Ma come funzionano i buoni spesa?
Come Today specifica:
“Sul piano pratico si dovrebbe riproporre lo schema già adottato lo scorso Aprile per l’erogazione dei buoni spesa da parte del Comune di riferimento.
Dovrebbero essere gli enti territoriali a stabilire le modalità di utilizzo dei buoni spesa e a individuare chi ne ha diritto.
Anche stavolta, dunque, i cittadini molto probabilmente dovranno far riferimento alle regole specifiche indicate dal proprio Comune di residenza.
Nella prima tornata di buoni spesa per l’emergenza coronavirus anche gli importi erano diversi da territorio a territorio e probabilmente anche questa volta sarà così.
L’importo dell’aiuto può variare da un minimo di 300 euro a un massimo di 500 euro, a seconda del tipo e dei componenti che fanno parte del nucleo familiare.
I buoni spesa hanno alcune limitazioni: per esempio, potranno essere utilizzati unicamente per acquistare prodotti alimentari o di prima necessità e potranno essere spesi unicamente all’interno degli esercizi commerciali individuati da ogni singolo Comune.
In alternativa le amministrazioni comunali potranno decidere di non erogare alcun tipo di bonus spesa, ma potranno decidere di consegnare la spesa a domicilio a quelle famiglie che ne avrebbero diritto”.