“Niente è scontato: per Sogin Spa, ben 12 le aree lucane adatte per la realizzazione del Deposito di scorie nucleari”! I dettagli

“La Basilicata ha già molti e gravi problemi di impatto ambientale a causa delle estrazioni petrolifere in Val d’Agri e nell’area della Camastra, del sito nucleare Itrec-Enea di Rotondella, del mega inceneritore Fenice di Melfi e di una miriade di parchi eolici realizzati in modo selvaggio e senza una pianificazione adeguata.

Limitandosi ad analizzare solo queste bombe ecologiche, il territorio lucano non può sopportare nessuna altra infrastruttura che potrebbe provocare un ulteriore danno all’ecosistema locale“.

Lo sostiene in una nota Chiara Gemma, eurodeputata M5s del Sud e della Basilicata, che aggiunge:

“Per questo, non è possibile abbassare la guardia e pensare neanche lontanamente che la Basilicata possa essere scelta come luogo dove realizzare il Deposito unico nazionale per i rifiuti radioattivi.

Purtroppo, però, siccome niente è scontato, è bene dire con forza e chiarezza al governo nazionale e alla Sogin Spa, la società pubblica che gestisce le procedure tecniche, che le aree lucane inserite nell’elenco dei territori italiani potenzialmente adatti per ospitare il Deposito nucleare devono essere tenute fuori senza nessun dubbio o tentennamento.

La Basilicata sta già dando tantissimo alle esigenze energetiche nazionali, pertanto ogni ulteriore insediamento sarebbe un’offesa ai lucani e alle prospettive di sviluppo sostenibile e di tutela della vocazione agricola e turistica della regione.

Anche se poche settimane fa il ministro della Transizione ecologica Cingolani ha fatto sapere che la decisione non verrà presa prima di dicembre 2023, è bene essere fin d’ora molto coesi e determinati sul piano istituzionale, politico e sociale, nel dire tutti insieme no e nel creare le condizioni affinché venga scongiurata tale possibilità.

Non bisogna dimenticare, infatti, che secondo Sogin Spa, le aree lucane adatte per la realizzazione del Deposito per le scorie nucleari sono ben 12.

Per queste ragioni è necessario che la Regione Basilicata e tutte le forze politiche, sociali, economiche e associative lucane siano compatte, così come avvenne nel 2003 quando l’allora governo Berlusconi provò ad imporre con un decreto urgente la realizzazione del deposito a Scanzano Jonico, ma la più grande manifestazione di massa della storia della Basilicata, con centomila partecipanti, costrinse il governo di centrodestra a ritirare il decreto.

Bene ha fatto, pochi giorni fa, l’associazione ‘ScanZiamo le Scorie’ di Scanzano Jonico a chiedere alla Regione Basilicata di convocare con urgenza il Tavolo della trasparenza per ribadire e confermare la sua contrarietà alla realizzazione del Deposito nazionale delle scorie nucleari nel territorio lucano.

Molto importante è stata anche la scelta di ‘ScanZiamo le Scorie’ di denunciare la mancanza di trasparenza e di informazioni in questa fase delicatissima e di sollecitare l’Isin, l’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare, che sta esaminando per conto di Sogin Spa la mappa dei siti dove insediare il Deposito, a dare conto di quello che sta avvenendo”.