Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Gerardo de Grazia (Confsal Basilicata e Fismic Confsal):
“I dati fotografati dall’Eurostat, evidenziano che il rischio povertà tra i giovani è dilagante in Europa.
In Italia il dato peggiore il 25% (1 su 4) della popolazione dai 15 ai 29 anni è a rischio.
Negli ultimi 20 anni, dal Mezzogiorno, più di 1 milione di giovani è andato via, preferendo altre regioni per garantirsi una migliore formazione finalizzata all’occupazione.
Tra questi ci sono 38 mila Lucani.
Nel biennio 2020/2022 il 55% dei giovani che ha lasciato la Basilicata è laureato, il dato il più alto rispetto alle altre regioni del sud.
A questo si aggiunge la perdita del 27% degli iscritti per le Università del Mezzogiorno prevista dallo Svimez, entro il 2041.
Occorre far sì che il potenziale umano, rappresentato dai nostri giovani, diventi capitale umano su cui puntare e investire.
Le carenze del nostro sistema produttivo che, in dieci anni, ha raddoppiato il tasso di disoccupazione, ha innescato il dramma sociale che stiamo attualmente vivendo.
La fuga dei cervelli è il risultato.
Dobbiamo poi considerare che nella nostra regione sussiste un forte disallineamento tra l’evoluzione tecnologica e l’evoluzione sociale.
Il gap in termini di infrastrutture fisiche e tecnologiche con le altre regioni è un dato di fatto.
Adsl e fibra sono ancora un’utopia in molte zone, le distanze per raggiungere le città sono, in termini di tempo, lunghissime.
Vanno utilizzate al meglio le risorse del PNRR e i fondi comunitari 2021-2027, in modo da poter ridurre, notevolmente, i tempi di percorrenza, per raggiungere i centri lucani e le regioni confinanti.
Il Presidente Bardi deve dar vita, subito, a un tavolo tecnico sui Giovani.
Un tavolo tecnico che coinvolga pubblico e privato, associazioni, imprese, università, Its e sindacati.
Per questo, il nostro progetto del database/fabbrica delle competenze e di un Patto Sociale per la Basilicata non è più rinviabile.
Credo che oggi, più che in passato vi è la necessità di organizzarci culturalmente, per fronteggiare il dramma sociale e occupazionale che stiamo vivendo”.