Dietro ogni grande progetto c’è un burocrate creativo.
Con queste parole, Franco Bianchini, componente del comitato scientifico di Matera 2019 e fra i massimi esperti di capitali europee della cultura, ha chiuso la giornata di lavoro “Riflessioni e connessioni”, organizzata oggi alla Cava del Sole dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 per riflettere insieme agli stakeholder locali sul percorso di Matera 2019 fatto sino ad ora e sull’eredità che tale percorso può lasciare.
Ha proseguiro Bianchini:
“Per il futuro di Matera 2019 sarà molto importante fare innanzitutto un bilancio delle competenze che si sono formate in questi anni e trovare il modo per cambiare la burocrazia e renderla più creativa perché, come abbiamo visto in altre capitali europee della cultura, solo in questo modo si può capitalizzare questa esperienza.
In tal senso si potrebbe organizzare proprio a Matera un festival della burocrazia creativa finalizzato a stimolare la nascita di nuovi modelli”.
Sul futuro della Fondazione Matera Basilicata 2019, Bianchini ha citato altre esperienze, ricordando che alcune capitali hanno consegnato l’eredità nelle mani delle municipalità, mentre altre, come Essen, hanno creato uno specifico fondo per la programmazione culturale, altre ancora hanno costituito specifiche agenzie:
“Il raffronto con le altre città ci aiuta per individuare la forma migliore attraverso cui valorizzare il lavoro fatto”.
Ad aprire la discussione, in mattinata, è stato il Direttore generale della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri, che ha spiegato come la Fondazione, a partire da quest’anno e sulla scia delle sollecitazioni a proseguire arrivate anche dalle istituzioni europee, punta a diventare una piattaforma per il territorio con obiettivi ben concreti.
Ha spiegato Rossella Tarantino, manager sviluppo e relazione della Fondazione:
“Per ragionare insieme sugli scenari futuri del processo innescato da Matera 2019 sono stati individuati 4 temi di discussione: co-creazione, aree interne, turismo, piattaforme e strumenti. Un’occasione per rafforzare l’idea di comunità che si è creata sia all’interno della Fondazione, sia nell’ecosistema Matera-Basilicata”.
La giornata è stata organizzata in tavoli di lavoro e interventi di esperti.
L’economista dell’impresa sociale, Flavio Zandonai, ha approfondito gli strumenti utili per valutare l’esito di un processo come quello di Matera 2019: il ritorno sull’investimento mediante l’analisi della redistribuzione delle risorse pubbliche, l’incidenza sulla catena di produzione, la reciprocità nelle relazioni, ed il bilancio delle competenze.
Sul tema della migliore piattaforma a cui dare vita nel post-Matera 2019, Zandonai ha suggerito di individuare primariamente la sua natura costitutiva, ragionando su mission e vision, per poi trovare la forma giuridica più idonea.
Roberto Covolo, fra gli ideatori di Bollenti Spiriti, Principi attivi e animatore di Ex Fadda in Puglia, ha spiegato come funziona una piattaforma di attivazione sociale e culturale, ovvero puntando a sviluppare le capacità dei membri, abilitando le persone a realizzare processi, creando fiducia per stimolare appartenenza e attivare l’economia del dono.
Se si sarà capaci di far accadere qualcosa di interessante, la piattaforma riuscirà ad essere attrattiva.
Pierluigi Sacco, tra i maggiori economisti della cultura in Europa, ha affrontato il tema della co-creazione come tema decisivo nelle politiche europee, ricostruendo l’evoluzione storica dei modelli di partecipazione del pubblico alla cultura e delineando le connessioni che sempre più si amplificano tra cultura e salute/benessere, connessione sociale, innovazione, ambiente.
Luciano Argano, Presidente del Consiglio superiore dello spettacolo, ha illustrato alcuni esempi di “habitat” di produzione dal basso, mentre Lucìa Hernàndez ha approfondito il tema del turismo generativo, ovvero quello che consente al visitatore di fare esperienze di rigenerazione del paesaggio e dell’economia del luogo visitato.
Mariavaleria Mininni, docente di urbanistica presso l’Università degli studi della Basilicata, ha raccontato lo studio svolto dall’Ateneo lucano sui cambiamenti urbani innescati dal grande processo di Matera 2019.
Nonostante la difficoltà di un’azione integrata tra i vari soggetti istituzionali coinvolti nel processo, diverse azioni straordinarie sono state realizzate, da quelle materiali e visibili come la nuova stazione ferroviaria, il Campus universitario, la riqualificazione della Cava del Sole, a quelle immateriali come la rifunzionalizzazione degli spazi in maniera inedita.
Questo ha prodotto dei veri e propri processi di rigenerazione urbana, da mettere in connessione con quelli di altre aree della nostra regione.
All’incontro sono intervenuti anche gli Assessori comunali di Matera, Mariangela Liantonio, Marianna Dimona e Giampaolo D’Andrea.
Ha detto Liantonio:
“Oggi ci avete consegnato tante idee che credo vadano nella giusta direzione. Come amministratori credo che dobbiamo cogliere questa opportunità per metterla a valore nei prossimi anni”.
Per Dimona:
“sono stati piantati semi importanti.
Dobbiamo fare tesoro delle cose buone, ma anche delle cose che non sono andate bene lo scorso anno.
Occorre una visione comune, ma anche una strategia comune per aprirci a un futuro migliore”.
Per D’Andrea:
“il 2019 ha aperto una nuova stagione di opportunità.
Troviamo il modo, anche in ruoli diversi, di concorrere a non disperdere questo straordinario capitale che è quello che resta.
Dobbiamo continuare a farci portatori dei valori espressi da Matera 2019”.
Sono intervenuti, infine, anche la manager culturale della Fondazione, Ariane Bieou, il segretario generale Giovanni Oliva e il Presidente Salvatore Adduce.