A distanza di una settimana dalla messa in onda dell’ultimo servizio in Basilicata, “Pinuccio”, il noto inviato di Striscia la Notizia (conosciuto nella nostra regione per l’ormai acclarato caso del Centro Oli di Viggiano) è tornato nella nostra regione per indagare ancora sulla “strana sostanza” nel fiume Cavone.
Come fa sapere Striscia:
“Pinuccio torna a parlarci dell’allarme ambientale sul fiume Cavone perché ci sono delle novità.
Già la scorsa settimana il nostro inviato ci aveva mostrato come da qualche giorno fosse comparsa una strana sostanza che dalla terra si riversava nelle acque.
Il Comune di Pisticci, in maniera cautelare, ha vietato qualsiasi contatto con l’affluente, mentre noi avevamo richiesto delle analisi.
Oggi Pinuccio ci svela i risultati”.
Infatti, nel servizio andato in onda, “Pinuccio” ha così introdotto l’argomento da Pisticci:
“Carissimi amici oggi torniamo a parlare del fiume Cavone.
Vi ricordate, avevamo trovato quella depressione con dei colori un poco strani nel fiume.
Queste erano le macchie che abbiamo trovato nel fiume Cavone, anzi, a fianco al letto del fiume e la cosa ci aveva un po’ spaventato anche perché c’era un cattivo odore.
Il comune di Pisticci ha vietato l’emungimento delle acque in maniera cautelare.
Noi insieme all’Associazione Cova Contro, abbiamo fatto dei prelievi.
Ebbene, oggi abbiamo avuto le analisi di questi prelievi e sono un po’ preoccupanti”.
Pinuccio ha poi intervistato la professoressa Albina Colella, Ordinario di geologia all’Università di Basilicata:
“Diciamo che le caratteristiche chimiche di queste sostanze ricordano molto quelle degli scarti petroliferi che sono formati da fanghi di trivellazione.
Sono metalli in alta concentrazione che sono tipici degli additivi che si usano in questi fanghi.
Fra questi, abbondantissimo il ferro, addirittura 13170 ml/kg, poi Bario (che si usa per appesantire i fanghi) poi arsenico, piombo, vanadio, nichel, cromo, manganese di tutto e di più.
Purtroppo in Basilicata bisogna fare i conti con quello che si immette nel sottosuolo che poi arriva in aree diverse, le quali possono essere distanti anche chilometri.
I flussi sotterranei scorrono da Monte verso Valle, verso fiumi e mare.
Quindi la provenienza può essere imputabile ad aree anche lontane.
L’acqua è alla base della catena alimentare e, se è inquinata, saranno inquinati tutti i prodotti vegetali.
Anche gli animali che si abbeverano.
Ci può essere un inquinamento della catena alimentare”.
Ha poi precisato Pinuccio:
“Ricordiamo che questa zona nella quale abbiamo trovato le macchie nel fiume, è una zona un po’ particolare perché a monte ci sono dei pozzi di reiniezione petroliferi, poi ci sono delle discariche (delle discariche anche abusive), in passato sono stati trovati dei rifiuti tombati, quindi è un’area che forse lo stesso Stato dovrebbe attenzionare.
Anche perché di lì a pochi chilometri c’è il mare, e tutto finisce lì.
Noi sappiamo che anche l’Arpab ha fatto dei campionamenti noi ci auguriamo che al più presto si riesca a capire da dove arriva questo inquinamento per la tutela del cittadini, perché la situazione è abbastanza grave”.
Cosa ne pensate? Avete visto il servizio?