In una nota della Direzione Regionale Musei Basilicata si apprende:
“L’importanza e la centralità della donna enotria all’interno dell’oikos e del gruppo sociale traspare in pieno tra fine VII e inizio V secolo a.C., quando, al pari degli uomini armati di spada o di alto livello sociale ostenta servizi ceramici con vasi di importazione o imitazione ellenica o etrusco-tirrenica.
Spesso è possibile trovare anche vasi in bronzo e strumentari metallici (graticola, spiedi, graffione) connessi con le cerimonie conviviali del banchetto (sacrificio e consumo delle carni) e del consumo del vino che nel mondo greco erano di esclusiva prerogativa maschile.
È una immagine della donna di status elevato, con ornamenti e abbigliamento che rinviano alla koiné adriatico-balcanica, ricorrente in gran parte del mondo italico: da quello etrusco-tirrenico a quello adriatico-piceno e peuceta, con cui l’Enotria condivide diversi aspetti della cultura materiale.
L’accesso è gratuito.
In occasione della ricorrenza dell’8 marzo tutte le donne potranno visitare il museo gratuitamente“.